Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo complesso le città dell'Italia settentrionale e centrale erano ben dotate di istituzioni caritatevoli. La popolazione rurale, tuttavia, riceveva minori cure di quella cittadina. Nel settembre 1923 il governo fascista estese l'applicazione della legge per il fondo di maternità a molti gruppi di donne operaie non comprese nella legge del 1910. In seguito a ciò il numero delle donne lavoratrici assi– curate salf da 643.870 nel 1922 a 822.385 nel 1925, su di un totale di circa 1.100.000 donne operaie occupate nell'industria. Nel gennaio 1929, le legge fu estesa per includere le donne lavoratrici occupate nel commercio. Nel 1931, quindi, 1.220.000 donne su di un totale di 1.500.000 donne occu– pate nell'industria e nel commercio, furono assicurate. Ma non ci fu un aumento proporzionale nelle nascite, che, dopo aver raggiunto la cifra di 37.791 nel 1925 e toccato il massimo di 44.030 nel 1930, scesero nel 1931 a 35.839. 2 Poiché il numero di donne assicurate raddoppiò mentre il numer.o di nascite rimase quasi stazionario, a partire dal 1929 si poté aumentare il sussidio da 100 a 150 lire e rendere obbligatoria l'astensione delle donne dal lavoro nel mese precedente il parto. Inoltre, i due mesi di riposo sono consi– derati periodo di disoccupazione involontaria e la donna lavoratrice riceve anche un sussidio di disoccupazione di lire 250. 3 Quattrocento lire carta al giorno d'oggi con la moneta svalutata equivalgono in termini di potere di acquisto a-poco piu delle 100 lire oro previste dalla legge del 1910. Tutte le altre istituzioni, sia pubbliche che private, che una volta si oc– cupavano delle madri e dei fanciulli, con la legge 10 dicembre 1925 furono poste sotto il controllo di una organizzazione nazionale, l'Opera nazionale per la protezione della maternità e infanzia, che cominciò a funzionare nel 1927. Si trattava di un'enorme macchina burocratica formata da un comitato nazionale a Roma e un comitato provinciale in ciascuna provincia, e di uno o piu patronati in tutte le città. Tale macchina era talmente complicata che nel 1933 si dovette snellirla abolendo tutti i patronati e mettendo al loro posto dei commissari. 4 Naturalmente i dirigenti e tutti i funzionari di questa organizzazione nazionale devono appartenere al Partito fascista e godere la fiducia dei ge– rarchi del partito. L'assistenza alle madri e ai fanciulli è diventata uno strumento di pressione politica nelle mani del partito al potere. 5 L'organizzazione dispone di un proprio cospicuo reddito, formato da 2 "Annuario Statistico Italiano," 1933, p. 388. Questi sono dati assoluti e non relativi. '1 3 FANTINI, La legislazione sociale, cit., p. 389. 4 "Corriere della Sera," 30 maggio 1933. s Sotto il titolo: "Anche i fanciulli non iscritti all'O.N.B. saranno ammessi alle colonie estive marine e montane," i giornali pubblicavano un comunicato del 12 luglio 1932, in cui si diceva: "Anche i fanciulli non iscritti all'O.N.B. sono ammessi alle colonie estive marine e montane. [ ... ] In seguito ad accordi presi con il presidente dell'Opera Balilla è stato stabilito che i comitati provinciali concedano gratuitamente la tessera per l'iscrizione nell'Opera stessa dei bambini (Piccole Italiane e Balilla) assegnati alle colonie. Il segretario del partito ricorda a tale riguardo che la tessera importa i benefici assicurativi a favore di coloro che la posseggono. Nessun abuso o favoritismo deve essere tollerato, perché si risolverebbe in un atto cli ingiustizia verso coloro che hanno veramente bisogno di assistenza" ["Popolo d'Italia," 13 luglio 1932: N.d.C.]. Il comunicato non spiega che cosa accadrebbe a quel fanciullo i cui genitori rifiutassero la tessera di iscrizione. 284 Bibloteca Gino Bianco

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