Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo torio che poteva accogliere per tutto l'anno 80 bambini e 30 bambine, oltre a un centinaio di bambini di ambo i sessi per circa 45 giorni nella stagione estiva. Nel 1920 l'Associazione nazionale per gli interessi del Mezzogiorno apri a Santo Stefano d'Aspromonte, nelle montagne calabresi, una casa per la cura dei bambini minacciati dalla tubercolosi. 6 Il regime fascista dedicò alla "battaglia" contro la tubercolosi la legge 27 ottobre 1927, e un'altra legge il 20 maggio 1928. Tutti coloro assicurati contro le malattie e la vecchiaia (cfr. sopra, pp. 264-66) devono essere assi– curati contro la tubercolosi; i casi di tubercolosi devono essere isolati e curati in speciali sanatori; le famiglie dei pazienti, quando questi sono coloro che guadagnano, ricevono per un periodo di sei mesi una indennità giornaliera di lire sei; tutti i familiari della persona ammalata devono essere sottoposti a visita medica e, se trovati infetti, isolati; in ciascuna provincia ci deve essere un consorzio per combattere la tubercolosi; tutti insieme i consorzi .. f armano una federazione nazionale; i consorzi provinciali e la federazione nazionale controllano il servizio medico e organizzano ogni anno settimane di propaganda sanitaria durante le quali si raccolgono fondi. L'Istituto nazio– nale previdenza, che riceve i premi dei lavoratori assicurati, è responsabile per la manutenzione e la gestione dei sanatori. Una speciale clinica per lo studio e la cura della tubercolosi fu fondata a Roma nel 1928, e il 1 ° dicem– bre 1934 fu inaugurato nelle vicinanze di Roma, e dedicato a Mussolini, un enorme sanatorio per 1.400 pazienti. Nel 1933, un comunicato ufficiale affermava che le istituzioni per com– battere la tubercolosi nel 1922 potevano ospitare 7.000 pazienti.' In una rela– zione del 1 ° dicembre 1934, Bottai affermò che nel 1937 ci sarebbero stati in Italia 58 sanatori con 18.686 letti. 8 Nell'ottobre 1934 un igienista fascista, il professor Eugenio Morelli, intervenendo in materia in una riunione della Società italiana per il progresso della scienza, proruppe nel seguente peana: 1. : Prima dell'assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi la mortalità tubercolare [era] di 30.000 in Italia per le varie forme tubercolari e i malati [raggiungevano] la cifra impressionante di 400.000, cifra che non poteva lasciare indifferente il capo del governo, che alla salute dei cittadini italiani e al miglioramento della razza dedica ogni cura. (...) Con i metodi finora messi in opera dal regime la mortalità tubercolare è note– volmente diminuita. Il miracolo della resurrezione è cominciato in clima fascista; la rico– noscenza della nazione va anche in questo campo, con il piu profondo fervore, al grande Capo. 9 Il 1° aprile 1935, il presidente della Federazione italiana per la lotta contro la tubercolosi affermò in presenza di Mussolini che la mortalità per tubercolosi era scesa da 60.000 nel 1924 a 35.000 nel 1934: "In poco piu di 278 6 ZANorn-BrANco, op. cit., tavole a fronte le pp. XVI e XXII. 7 "Corriere della Sera," 23 aprile 1933; comunicato ufficiale del 19 ottobre 1933. 8 "La Stampa, 11 2 dicembre 1934. 9 "Corriere della Sera," 13 ottobre 1934. Bibloteca Gino Bianco

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