Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f ascis1no Spesso le case coloniche sparse nella campagna da un punto di vista igienico non sono in condizioni migliori di quelle delle affollate abitazioni cittadine. Nel marzo 1931, nel villaggio di Roncello, quasi alle porte di Milano, crollò una stanza nella quale dormivano nove persone di ambo i sessi e di ogni età, uccidendo il capofamiglia e due bambini, uno dei quali di tredici mesi. Il 15 marzo 1931, il Lavoro Agricolo Fascista commentava l'incidente con le seguenti parole: La sorte toccata alla povera famiglia potrebbe essere domani la sorte di molte altre famiglie, perché la maggior parte delle case coloniche, da anni e anni non ha piu avuto la visita, non diciamo di un capomastro, ma neppure di un modesto muratore per le ripa– razioni piu elementari. 20 La catastrofe di Roncello ha messo in luce non solo il pessimo stato di conservazione delle abitazioni rurali, ma le deplorevoli condizioni in cui, dal punto di vista igienico e morale, sono costrette a vivere - qui, a pochi chilometri dalla grande metropoli - le famiglie dei contadini. (...) Né si creda che il caso di questa famiglia costituisca (...) una eccezione: è questa la situazione di tutte, si può dire, le - famiglie coloniche numerose dell'Alto Milanese. Un anno dopo lo stesso giornale descriveva le abitazioni dei contadini lombardi nei seguenti termini: Tre o quattro letti allineati senza che tra l'uno e l'altro vi sia il posto disponibile per il passaggio, dove dormono i genitori e i figli di ogni sesso e età. (...) Accanto e sotto il letto ci sono le riserve viveri con il nécessaire per la notte. (...) Stamberghe spesso senza aria e luce, con pavimenti sconvolti quando non sono di puro terriccio, con muri stona– cati e sudici, dove ogni genere d'insetti può fare liberamente il suo nido. 21 Nel 1933 un'inchiesta mostrò che su di un totale di 3.390.336 abitazioni rurali in Italia, ce n'erano 142.298 che avrebbero dovuto essere completa– mente demolite; 475.122 che, per diventare degne di accogliere esseri umani, avrebbero richiesto riparazioni radicali; e 930.000 dove occorrevano ripara– zioni minori. 22 Nella provincia di Genova, il 60,4 per cento delle case ha bisogno di riparazioni, nella maggioranza dei casi l'acqua viene da fonti sospette e da cisterne costruite malamente, il sistema di scarico è molto primitivo, il tifo e la tubercolosi polmonare sono malattie assai diffuse (Lavoro, 7 settembre 1935). I governi prefascisti si occuparono poco delle zone rurali perché politi– camente i contadini erano meno svegli che non le masse urbane. A questa ragione di incuria un'altra deve aggiungersi per quanto riguarda il regime fascista, il fatto cioè che le opere di assistenza del governo nelle campagne non servirebbero a glorificare il Duce agli occhi dei turisti, i qua.li affollano quasi esclusivamente le città. Oggi il governo italiano è soprattutto un'agen– zia pubblicitaria, e tutto ciò che non è di aiuto alla pubblicità non lo interessa. Il 2 marzo 1932, alla Camera, il deputato fascista Caldieri disse: 20 GoAD, The Making of the Corporate State, cit., scrive: "Non è consentito a nessun pro– prietario di lasciare le abitazioni in cattivo stato." 2 1 "Il Lavoro," 14 maggio 1932; e cfr. "Lavoro Agricolo Fascista," 1° e 22 maggio 1932. 2 2 "Corriere della Sera," 17 agosto 1934. 274 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=