Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asci.smo Nella città di Genova, "nascosto da un sontuoso paravento di bei palazzi," c'erano nel 1932 e ci sono ancora, "un mucchio di baracche che sembrano uguali a un mucchio di rifiuti in cui sono stipate le persone che si sono impoverite anche in questi anni e a cui mancano molte cose essen– ziali: spazio, aria, acqua e servizi igienici"; "di quando in quando manca loro anche il pane, non abbonda niente, se non i bambini"; "bisogna entrare nelle abitazioni, e se non si esce terrificati da quello spettacolo, significa che si è insensibili alla sozzura e alla miseria di una creatura umana" (Lavoro, 15 ottobre 1932). In un quartiere .della città, nell'aprile 1933 il 25,5 per cento delle abitazioni erano in cattive condizioni igieniche. In queste abi– tazioni il numero di coloro affetti dalla tubercolosi era nove volte maggiore che non ove le condizioni igieniche erano buone (Lavoro, 14 aprile 1933). A Bologna, nel novembre 1933, c'erano 3.500 persone senza casa allog– giate in baracche provvisorie. La situazione di questa gente veniva cosi descritta dal segretario provinciale del partito in una relazione del 16 di– cembre 1933: È la cosa piu triste che si possa immaginare. Son 3.500 persone uomini e donne, adulti e bambini, che vivono in baracche; otto, qualche volta dodici in una camera improv– visata dove vivono con una infinita miseria economica, ma soprattutto ed è quel che è piu grave, in un'infinita miseria morale. 16 Nell'inverno 1935, il giornalista francese Lachin, dopo essere stato con– dotto a visitare alcune belle case popolari in Roma (quelle case, cioè, che servono a provocare la meraviglia dei visitatori stranieri), volle anche visitare il villaggio di Sette Chiese. Domando a una donna se questo è proprio il villaggio che sto cercando. "Si .signore, è proprio questo, un autentico cimitero." Duecento casette di mattoni. Ci vivono oltre mille persone ... Sono esseri umani che ci vivono. Lo Stato ha costruito questo villaggio per i disoccupati. In effetti, queste abitazioni sono completamente gratuite. Una vecchia mi dice: "Che cosa abbiamo fatto al Signore? Mio figlio era impiegato nelle ferrovie. Ora è senza lavoro. Siamo venuti a vivere qui. Di qui non andremo mai piu via." Davanti a me un vecchio di settant'anni piange: "La mattina, quando ci alziamo, abbiamo la testa pesante. Il villaggio è costruito ai margini di acquitrini pestilenziali. Io sono vec– chio. Faccio fatica a camminare. Eppure ogni mattina sono costretto a trascinarmi sino al punto piu alto per respirare un po' d'aria, perché altrimenti mi sembra di soffocare. Per fortuna presto ci trasferiranno a un villaggio nuovo. Qui non si vive piu, siamo già condannati a morte. " 17 A Roma, nel luglio 1935, una bambina di due anni fu schiacciata e uccisa da una pietra staccatasi dalle mura di una grotta in cui viveva la sua famiglia (Lavoro Fascista, 7 luglio 1935). I corrispondenti stranieri che da Roma descrivono nei loro giornali la politica di Mussolini per gli alloggi e i suoi risultati, ignorano sistematicamente questo genere di fatti. Milano, Bologna, Genova e Roma sono tra le città piu ricche d'Italia. 272 16 "Resto del Carlino," 17 dicembre 1933. 11 LACHIN, La IVe Italie, cit., pp. 99-100. Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=