Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f ascis1no popolari nel 1920-21 aveva in costruzione 3.976 vani, e alla fine del 1922 possedeva 17.304 vani ultimati. 6 La cooperativa ferrovieri, che è una istitu– zione nazionale, possedeva 4.395 vani; e complessivamente il suo programma di costruzioni prevedeva 38.385 vani. 7 A Napoli, nel 1920-21, si erano già costruiti, o erano in corso di costru– zione, o in progetto, alloggi per un totale di 4.387 vani. A Venezia, nel 1921 si erano già costruiti 1.755 vani, e altri 590 erano in corso di costruzione. A Torino 2.232 vani erano già ultimati o in via di costruzione. A Genova, nel 1922, era in via di attuazione un programma quinquennale per la co– struzione di 8.729 case.8 Qualora nell'ottobre 1922 Mussolini non avesse conquistato il potere, questo processo si sarebbe fermato? E le case in costruzione sarebbero ri– maste abbandonate? E quelle già finite sarebbero cadute in rovina? Tutto è possibile. In ogni modo, una cosa è certa: secondo quanto affermò alla ~ Camera il ministro dei Lavori pubblici il 2 marzo 1933, i comuni e gli altri enti impegnati per risolvere il problema delle case popolari, nel decennio tra il novembre 1922 e l'ottobre 1932 costruirono 193.000 vani. Considerando che nel periodo tra il 1903 e il 1914 gli stessi organi costruirono 111.000 vani e che il ritmo di questo processo divenne assai piu veloce tra il 1919 e il 1922, è ovvio che i risultati del decennio fascista· non hanno niente di miracoloso. Ma il turista che visiti Roma e Milano non sa niente di storia antica. La guida lo conduce a visitare alcuni gruppi di case popolari di recente costruzione, cosf come nel secolo diciottesimo il principe Potemkin portò Caterina II a visitare alcuni villaggi in Crimea, che sparirono non appena l'imperatrice li ebbe visti. Le case popolari di Roma e di Milano non spa– riscono, ma al turista si dice che in Italia le case popolari furono inventate da Mussolini: In tutta Italia, specialmente nel Mezzogiorno, vi erano gruppi di persone che vive– vano in fetidi tuguri (come ancora succede in molte città inglesi) in condizioni indegne di qualsiasi essere umano, come se la salute pubblica non fosse un bene supremo della nazione (...) Lo Stato rimaneva essenzialmente neutrale, moralmente estraneo, e agnosti– co (...) Contro lo Stato neutrale, inoperante, moralmente estraneo e agnostico, il fascismo innalza la teoria contraria (...) L'Italia è una madre (...) Le città demoliscono i quartieri piu poveri ricostruendoli, mettendo in piedi migliaia di abitazioni popolari del tipo piu mo– derno (...) Non sempre gli stranieri si rendono conto che tali opere non sono fatte per vanteria, ma derivano da un sentimento nuovo di ordine e dignità pubblica come risposta ad una esigenza nuova. 9 In dieci anni noi abbiamo risolto una serie di problemi fondamentali per la nostra economia nazionale. (...) Abbiamo risolto in gran parte anche il problema, su cui si porta meno l'attenzione, ma che pure è fondamentale per lo sviluppo sociale italiano, il proble– ma della casa. 10 6 ScmAVI, op. cit., p. 472; "Tribuna," 9 febbraio 1929. 7 INTERNATIONAL LABOUR OFFICE, European Housing Problems cit., pp. 214-15. 8 ScmAVI, op. cit., pp. 472 sgg. 9 GoAD, The Making of the Corporate State, cit., pp. 132-42. 10 Parole del presidente la Confederazione industriali, Olivetti, alla Camera, il 23 novembre 1932: A. P., Camera, Legislatura XXVIII, vol. VII, pp. 7306-07. 270 Bibloteca Gino Bianco

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