Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Assicurazione soci.ale Per quanto riguarda la maggior parte di queste istituzioni, i fascisti possono vantare soltanto il merito di non averle distrutte con la violenza o ridotte al fallimento per cattiva amministrazione. Esse sono i resti di un sistema piu vasto che il ciclone fascista non ha completamente spazzato via. Alcune di esse - non sappiamo quante - sono sorte in anni recenti per iniziativa degli industriali. Nelle società di mutuo soccorso, controllate dal Partito fascista, costoro vedono uno strumento con il quale si possono addo– mesticare gli operai: l'operaio che rischia di perdere il diritto al sussidio in caso di infermità, se viene messo nella lista nera del partito dominante, è probabile che sia molto piu sottomesso che non l'operaio del vecchio re– gime, il quale manteneva il suo diritto indipendentemente dal suo compor– tamento politico. Il merito per questo nuovo stato di cose deve indubbia– mente attribuirsi al fascismo. Il 13 maggio 1929, gli industriali italiani furono obbligati per legge ad assicurare i loro dipendenti contro le malattie contratte sul lavoro, cosf come in precedenza li avevano assicurati contro gli infortuni. Da parte loro, i lavo– ratori ammalati erano obbligati a seguire la cura prescritta per loro dall'i– stituto assicurativo. Il regolamento per rendere esecutiva la legge del 1929, fu promulgato soltanto quattro anni dopo, nel maggio 1933, e solo nel lu– glio 1934 i lavoratori per la prima volta poterono ottenere le indennità pre– viste dalla legge (Lavoro, 18 maggio 1934). Quanto ai risultati di tale isti– tuzione, per il momento non è dunque possibile dare un giudizio preciso. In ogni modo, almeno qui troviamo l'inizio di qualcosa di nuovo. La legge ha già prodotto alcuni buoni effetti. Nel 1929, a Roma, l'asso– ciazione industriali della provincia fondò un policlinico per lavoratori sul modello di un istituto dello stesso genere che già esisteva a Milano sin dal 1910. Inoltre, il 31 maggio 1931, nei pressi di Milano fu aperto un conva– lescenziario per quei lavoratori curati nella apposita clinica di quella stessa città. Tale istituto poteva ospitare novanta pazienti ( Corriere della Sera, 23 giugno 1931). Tale opera doveva la sua esistenza al professor Devoto il quale, dopo avere fondato nel 1910 la clinica per lavoratori, con la fede e la tenacia di un apostolo continuò per molti anni a raccogliere fondi per il convalescenziario, e raggiunse finalmente il suo scopo grazie alla generosità della Cassa di risparmio di Milano. Poiché l'Associazione industriali nella provincia di Roma è un'istituzione fascista, e poiché la Cassa di risparmio di Milano, dopo un secolo di vita, è ora amministrata dai fascisti, è giusto che il merito di queste iniziative vada al fascismo, ovvero a Mussolini. Il , 30 giugno 1929, il presidente della Confederazione sindacati industriali par– lando di queste istituzioni disse: · Come esempio di grande collaborazione e a nostra confusione ci si porta spesso il coro delle previdenze a favore degli operai. Noi sappiamo che gli industriali amano prospettarle alle masse come una loro liberalità. No! La previdenza incide sul salario; sono gli operai che direttamente fanno la loro previdenza diminuendo i propri salari. 18 ts "Lavoro Fascista," 2 luglio 1929. [N.d.C.] 267 Bibloteca Gino Bianco

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