Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Assicurazione sociale ratori che ne avevano diritto, sia del settore agricolo che industriale, come se si trattasse di un dono di Mussolini. Quando parlano di queste cose, i fascisti non mancano mai di rendere noto che alla fine del 1922 c'erano soltanto 5.482 pensionati, mentre il 21 aprile 1934 non meno di 80.000 lavoratori percepivano pensioni di invali– dità o vecchiaia 9 : Le democrazie vaniloquenti e ingannatrici ( ...) non solo non hanno fatto niente che assomigli alle realizzazioni italiane, ma non saranno mai in grado di fare nulla, perché manca a loro, assieme con la unità del comando, la disciplina nazionale che solo lo Stato mussoliniano è in grado di dare ad un popolo. 10 La verità è che sino alla fine del 1922 soltanto coloro che si erano volontariamente iscritti a un istituto di previdenza per lavoratori, funzio– nante sin dal 1898, 11 potevano godere di una pensione. Le leggi del 1919 e del 1922 stabilivano che le persone assicurate non avevano diritto alla pen– sione di vecchiaia se non avevano compiuto i 65 anni e versato i contributi per un minimo di dieci anni; e non avevano diritto alla pensione di invalidità se non avevano versato i contributi per un minimo di cinque anni. Da allora, col passare degli anni, il numero di coloro che hanno raggiunto le condizioni richieste è aumentato progressivamente, e quindi è automaticamente aumen– tato il numero di pensionati. A questo riguardo lo Stato mussoliniano miete quanto le democrazie "vaniloquenti e ingannatrici" avevano seminato. 12 Negli anni della "conquista" fascista, molte società di mutuo soccorso dirette da socialisti (cfr. sopra, pp. 257-58) subirono devastazioni e la distru– zione dei loro registri, e cessarono di vivere. Il 31 dicembre 1924 esistevano ancora 5.734 società con un totale di 992.970 soci, dei quali 85.224 erano donne, e con un capitale valutato 120 milioni di lire. 13 Nel 1926 le 2.705 società che erano state "fascistizzate," cioè avevano accettato alla loro direzione iscritti al Partito fascista, formarono una "Fede– razione nazionale fascista delle società di mutuo soccorso," con un totale di 700.000 soci. 14 È facile immaginare il destino delle altre meno docili società. Molte delle società "fascistizzate" furono dirette tanto bene dai fa– scisti che sparirono anch'esse. Un regio decreto del 6 maggio 1928, stabiliva che i contratti di lavoro dovessero contenere disposizioni precise per la protezione dei lavoratori in caso di malattia. 15 Tale norma legislativa, che generalizzava una consuetudine 9 Articolo di Biagi, in "Corriere della Sera," 31 agosto 1934. 10 "Resto del Carlino," 21-22 aprile 1934. 11 CABRINI, La legislazione sociale, cit., p. 126. 12 SolNEIDER e CLOUGH, Making Fascists, cit., p. 9, scoprirono che "prima della rivoluzione fascista, l'Italia aveva leggi sull'assicurazione obbligatoria, ma che queste non funzionavano molto bene. Il fascismo si è adoperato per rendere tali leggi funzionanti e ne ha promosse di nuove rendendo obbligatoria l'assicurazione contro la vecchiaia e la disoccupazione." Sarebbe interessante sapere in quale paese del mondo questi due autori hanno trovato leggi che funzionano "molto bene," tanto da renderli soddisfatti. 13 "Annuario Statistico Italiano," 1930, p. 466; articolo di Biagi, in "Corriere della Sera," 17 luglio 1930. 14 Ciò secondo i dati contenuti nell'articolo di Biagi citato alla nota precedente. ts "Industriai and Labour Information," 23 gennaio 1933, p. 123. Bibloteca Gino Bianco 265

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