Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo La legge 27 ottobre 1922, estendendo a tutti i lavoratori l'assicurazione obbligatoria contro l'invalidità e la vecchiaia, fu riformata, dopo che Musso– lini salf al potere, mediante la legge 30 dicembre 1923 che escludeva dall'as– sicurazione i mezzadri e gli affittuari. 4 Inoltre, a partire dall'anno finanziario 1927-28, il governo ritirò dal fondo il contributo annuale di 50 milioni di lire che, secondo la legge istitutiva, aveva l'obbligo di versare.5 Gli artefici della legge del 1919 elaborarono il piano finanziario con tanta oculatezza che, tra il 1919 e il 1928, si venne accumulando nella cassa dell'ente assicurativo un capitale di quattro miliardi e mezzo. Nell'autunno del 1928, il governo riconobbe che era possibile aumentare il livello delle pensioni, che il piano finanziario iniziale aveva fissato troppo basso. 6 L'agen– zia ufficiale Stefani trasmise ai giornali un comunicato somn1ario in cui si diceva che "secondo le disposizioni dei governi democratici" le pensioni di vecchiaia andavano da un minimo di lire 574 a un massimo di lire 2.015, ~ mentre "secondo le disposizioni fasciste" esse sono salite a un minimo di lire 1.035 e un massimo di lire 2.548: Da quando ha assunto il potere, il governo fascista si è sempre preoccupato di studiare i mezzi per assicurare ai lavoratori sulla soglia della vecchiaia una pensione che gli permetta di affrontare piu tranquillamente l'avanzar dell'età. Il governo Mussolini, che è il vero protettore dei lavoratori, ha operato un notevole miglioramento nel livello delle pensioni ai lavoratori. 7 Per fare diversamente, Mussolini avrebbe dovuto abolire le leggi del 1919 e del 1922, e incamerare i quattro miliardi e mezzo di lire che si erano accumulati nei nove anni precedenti. Nel gennaio 1930, il presidente della confederazione agricoltori ordinò che i lavoratori agricoli i quali avessero compiuto i 65 anni di età, e avessero quindi diritto alla pensione, dovessero ricevere i libretti di pensione nella ricorrenza del 21 aprile (giorno in cui i fascisti celebrano la festa del lavoro invece del 1 ° maggio), "come segno tangibile dei benefici che il governo fascista garantisce ai lavoratori. " 8 E nel Lavoro Fasct·sta, 25 gennaio 1930, si leggeva il seguente commento: "Quale diversità tra le premurose atten– zioni di un regime che è veramente regime del popolo, e la egoistica indiffe– renza dei governi democratici del passato!" L'idea di usare istituzioni prefasciste per glorificare Mussolini ebbe tan– to successo che a partire dal 1931 i libretti di pensione di invalidità e vec– chiaia si sono distribuiti con grande pompa il 21 aprile, a tutti quei lavo- 4 VILLARI, The Fascist Experiment, cit., p. 155, scrive che "con il decreto 30 dicembre 1923 furono modificati e coordinati i provvedimenti riguardanti le pensioni di vecchiaia e l'assicurazione obbligatoria contro l'invalidità"; ma non spiega in che senso essi furono modificati. FANTINI, La legislazione sociale nell'Italia corporativa e negli altri Stati, cit., p. 358, è ancor piu sfacciato, e ignorando le leggi del 1919 e del 1922 scrive che, con la legge 29 dicembre 1923, "l'Italia ha provveduto con larghezza di mezzi e con saggio interessamento al problema." s Stato di previsione della spesa del ministero delle Corporazioni, 1930-31, p. 19. 6 "Corriere della Sera/' 26 ottobre, 11 dicembre 1928. 7 Cit. trad. 8 "Lavoro Fascista," 22 gennaio 1930. 264 Bibloteca Gino Bianco

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