Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Assicurazione sodale Nel numero del 14 novembre dello stesso giornale si pubblicava un'al– tra lettera inviata da un gruppo di operai della miniera che era stata visi– tata dai giornalisti. Gli operai affermavano che le informazioni trasmesse dai giornalisti erano state date loro da uno dei peggiori sfruttatori delle miniere. Nella miniera, dove lavoravano 1.200 dipendenti, non c'era un solo posto di pronto soccorso; in caso di infortunio bisognava recarsi a oltre un chilometro e mezzo di distanza per trovare aiuto. Nella seduta del Senato del 20 maggio 1931, il senatore Ciccotti osservò che una pubblicazione ufficiale fascista ammetteva come il numero di infor– tuni accaduti effettivamente fosse dodici volte maggiore della cifra riportata, e lamentò che il numero degli infortuni nelle industrie fosse in aumento in Italia, mentre in Francia e in Germania era in diminuzione: Girando per Roma ognuno può osservare (e si tratta spesso di lavori fatti non da privati ma da enti o da grandi aziende) in cima ad altissime scale un uomo, senza nessuna precauzione, quando basterebbe una sola cintura di sicurezza per impedire che quest'uomo possa per un semplice capogiro precipitare a terra. Inconvenienti di questo genere si verificano anche piu largamente in provincia. 3 Anche nell'agricoltura, il numero di infortuni cresce di anno in anno (Sindacato e Corporazione, settembre 1933, p. 356). Poiché i lavoratori non ricevono dalle loro organizzazioni sindacali nessuna protezione, ai datori di lavoro è molto facile economizzare sulle spese occorrenti per la preven– zione degli infortuni: quando poi accade l'infortunio, non è il datore di lavoro che paga, ma la compagnia assicuratrice. L'8 giugno 1934, il Lavoro Fascista affermò che nel corso di 234 gior– nate lavorative i 300 addetti alla nettezza urbana di Milano avevano subito a causa di infortuni sul lavoro un morto, 20 casi di invalidità permanente, e 305 casi di infermità temporanea. Nel corso di un anno e mezzo, si erano avuti 633 infortuni e 834 casi di malattia: ovvero, ogni lavoratore aveva avuto in media in un anno due infortuni e tre malattie. Nel 1933 ci furono 394.759 infortuni sul lavoro; nel 1934 il numero dei casi sai{ a 490.800. Le indennità pagate per questi infortuni salirono da 176 milioni di lire nel 1933, a 228 milioni nel 1934. La maggiore negligenza da parte dei datori di lavoro nel prendere quelle precauzioni capaci di evi– tare gli infortuni, e la maggiore stanchezza da parte dei lavoratori spiegano il perché dell'aumento. Nel campo dell'assicurazione contro la disoccupazione, abbiamo visto che la dittatura fascista può vantare soltanto i seguenti meriti: 1) ha limi- ' tato l'assicurazione ai lavoratori industriali; 2) ha soppresso il contributo annuo del governo al fondo disoccupazione; e 3) invece di alleviare i disagi dei disoccupati aiutandoli con quello stesso denaro che essi hanno versato al fondo di disoccupazione, prende soldi in prestito da quel fondo per tappare le falle del bilancio e aiutare le iniziative capitalistiche (cfr. sopra, ; pp. 228-29). 3 A. P., Senato, Legislatura XXVIII, Discussioni, voi. III, p. 3726. 263 Bibloteca Gino Bianco

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