Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo bero potute citare a modello, possedendo organismi solidi, finanze bene assestate, esercizio regolare ed ottima reputazione. " 7 Negli anni subito dopo la guerra - gli anni del "bolscevismo"! - i contratti di lavoro comincia– rono ad imporre ai datori di lavoro l'obbligo di concedere ai loro dipen– denti, in caso di infermità, un sussidio proporzionato alla durata del ser– vizio prestato nelle fabbriche. 8 Negli anni 1919 e 1920 un largo numero di organizzazioni sindacali riuscirono ad imporre ai datori di lavoro la concessione ai loro dipendenti di un periodo di ferie annuali pagate. 9 Un altro diritto strappato dalle orga– nizzazioni sindacali ai datori di lavoro fu il diritto del lavoratore, in caso di licenziamento, di ricevere un compenso proporzionato alla durata del ser– vizio prestato. 10 Che cosa ha fatto il governo fascista nel campo della legislazione sociale? I fascisti sostengono che il riposo settimanale o domenicale, la inden- ., nità di licenziamento, e le ferie annuali pagate sono "innovazioni fasci– ste." 11 La verità è che la legge sul riposo settimanale o domenicale, che ri– sale al 1908, non era osservata durante il regime prefascista ma neppure è osservata oggi. Cos{ scrive l'Osservatore Romano, 14 novembre 1931: Girate di domenica per le città, i borghi e le campagne e troverete dappertutto squadre d'operai, affaccendati forse con lena maggiore dei giorni feriali. E dicendo dap– pertutto non esageriamo: chi esce di casa la festa può osservare da sé il fenomeno dolo– roso e deplorevole. È un male profondo e diffuso, che si compie quasi per abitudine. E a togliere lo sconcio non si muove nessuno; sono generalmente sorde le autorità e sono con– niventi i padroni delle aziende, i direttori di fabbrica, i capiofficina. Per sommo scandalo, capita alle volte di veder gruppi di operai lavorare nei df festivi al soldo dei municipi. Chi ha occasione di uscir di città nelle domeniche - e qui parliamo di Roma - può notare che alla periferia e nell'agro si lavora serenamente, senza scrupolo, dal primo sole al tramonto, come se tale fosse l'ordine e il dovere. Le disposizioni di legge sul riposo settimanale sono chiare, ma forse non sono sufficienti a garantire 1 'osservanza integrale del precetto cristiano. Una legge del 16 giugno 1932, rinnovò le disposizioni del 1908 e impose ai contravventori pene piu severe; ma, il 16 luglio 1932, l'Osservatore Romano 1 Relazione della commissione senatoriale sul disegno di legge che modificava il R.D.L. 29 novembre 1925, n. 2146, sull'assicurazione obbligatoria contro le malattie nelle nuove provincie, presentata nella seduta del 16 dicembre 1932: A. P., Senato, Legislatura XXVIII, Disegni di legge e relazioni, vol. XIV, doc. n. 1473-A, p. 1. s "Bollettino dell'Ufficio del Lavoro," vol. XXXIV, luglio-dicembre 1920, pp. 164,, 196. 9 "Industria! and Labour Information," 11 maggio 1923, p. 21, si diceva: "Prima della guerra, i lavoratori manuali in Italia non avevano ferie pagate. Tuttavia, a partire dalla guerra, · clausole che prevedono ferie pagate sono state introdotte in molti contratti collettivi relativi a lavoratori manuali, e il sistema delle ferie è adesso in vigore nella maggior parte dei principali settori dell'industria italiana. La durata delle ferie concesse varia da sei giorni (industrie chimi– che, metallurgiche e tessili) a dodici o quindici giorni (imprese elettriche e del gas, tipografi). Nella maggior parte dei casi i lavoratori hanno diritto alle ferie dopo un anno di servizio, in uno o due casi dopo sei mesi di servizio." I testi dei contratti possono essere consultati in "Bollettino dell'Ufficio del Lavoro," luglio-dicembre 1920, pp. 182, 190, 196, 212, 393, 401, 407. Uno dei crimini di cui gli "antibolscevichi" accusavano i "bolscevichi" prima del 1922 era l'obbligo di concedere ai lavoratori ferie pagate, che le organizzazioni sindacali di questi ultimi imponevano ai datori di lavoro (PANTALEONI, Bolscevismo italiano, cit., p. XVI). 10 "Bollettino dell'Ufficio del Lavoro," luglio-dicembre 1920, pp. 182, 191, 198, 207, 394, 400, 405, 504. 11 WELK, Fascist Economie Policy and the N.R.A., cit., p. 102. 258 Bibloteca Gino Bianco

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