Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Riposo domenicale, ferie annuali, e uffici di collocamento rarsi contro infortuni nel corso del lavoro industriale. Il 23 agosto 1917, l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni fu estesa all'agricoltura.2 La legge sul riposo settimanale o domenicale risale all'8 agosto 1908. Gli uffici di collocamento furono fondati il 5 gennaio 1919. Il 31 dicem– bre di quello stesso anno erano in funzione 4.000 uffici di collocamento. 3 L'assicurazione contro l'invalidità e la vecchiaia era stata resa obbli– gatoria, per alcune categorie di operai industriali, il 21 aprile 1919. Il 27 ottobre 1922 (Mussolini divenne presidente del consiglio il 30 ottobre) l'assi– curazione obbligatoria era stata estesa a tutte le categorie di lavoratori, compresi i mezzadri e gli affittuari, purché il loro reddito annuo non supe– rasse le 9.000 lire. Tutti i lavoratori a partire dall'età di 15 anni erano ob– bligati a pagare mediante contributi settimanali una certa somma alla so– cietà assicuratrice; il datore di lavoro contribuiva con una quota pari a quel– la del prestatore d'opera; e anche il governo contribuiva al fondo con 50 mi– lioni l'anno. Il lavoratore che al momento di compiere i 65 anni avesse versato almeno 240 contributi settimanali, aveva diritto al minimo di pen– sione; chi avesse pagato 480 contributi settimanali riceveva il massimo di pensione; chi avesse pagato almeno 120 contributi settimanali aveva diritto alla pensione indipendentemente dall'età qualora fosse riconosciuto come ina– bile al lavoro. L'assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione involontaria era stata introdotta per legge il 19 ottobre 1919. Non c'era nessuna legge che obbligasse i lavoratori ad assicurarsi contro ogni forma di malattia in modo da aver diritto a un sussidio giornaliero nel caso di infermità. Ma in tutta Italia erano sorte innumerevoli società di mutuo soccorso. Nei primi decenni dopo l'unità, Mazzini e i suoi se– guaci erano stati gli operosi apostoli di queste istituzioni. 4 Alla data 31 di– cembre 1904, c'erano in Italia 6.535 società di mutuo soccorso con 926.026 soci. 5 Queste società offrivano ai soci aiuti economici nel caso di malattia, invalidità, vecchiaia, infortuni, e disoccupazione, pagavano le spese del fune– rale e fornivano assistenza alle persone a carico nel caso di morte, e con– cedevano un sussidio se la moglie del socio aveva un bambino.6 Nei territori che prima del 1914 appartenevano all'Impero austro-ungarico e furono an– nessi all'Italia in seguito alla guerra mondiale, una legge del 1888 aveva introdotto l'assicurazione obbligatoria contro le malattie per tutti i lavora– tori, e in ciascuna provincia esistevano delle floride casse per malattia, i cui amministratori erano eletti dagli stessi lavoratori. Un documento fascista ufficiale del 1932 doveva ammettere che di quelle casse, amministrate da so– cialisti, "parecchie (...) funziona vano bene," e che "alcune di esse si sareb- 2 A. CABRINI, La legislazione sociale (1859-1913), Roma, C. A. Bontempelli, 1913, pp. 110 sgg.; O. FANTINI, La legislazione sociale nell'Italia corporativa e negli altri Stati, Roma, Soc. Ed. Dante Alighieri, 1931, p. 342. 3 G. DE MIOIELis, Relazionè sui servizi per il collocamento e per la disoccupazione in I tali a dal 10 gennaio 1919 al 15 gennaio 1920, Roma, Tip. Unione Editrice, 1920, p. 15. 4 N. RossELLI, Mazzini e Bakounine, Torino, Bocca, 1927, pp. 30 sgg. e 50 sgg. 5 "Annuario Statistico Italiano," 1930, p. 406. 6 "Industriai and Labour Information," 28 settembre 1923, pp. 39 sgg. Bibloteca Gino Bianco 257

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