Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Dalla giornata di otto ore alla settimana di quaranta ore cisiva, come mostra il confronto delle statistiche della disoccupazione del 1933-34 con quelle del 1934-35: Dicembre Gennaio Febbraio 1933 1.132.000 1934 1.158.000 1.103.000 1934 961.000 1935 1.011.000 955.000 Nessun comunicato ufficiale informò il pubblico di quante donne, ra– gazzi, o lavoratori pensionati avessero perduto il posto o parte dei loro sa– lari. In compenso, il 29 marzo 1935, il sottosegretario per le Corporazioni affermò alla Camera che con la riforma delle quaranta ore "piu di 200.000 operai sono stati riammessi in poco piu di tre mesi nel ciclo della produ– zione. 1125 Se questa informazione è corretta, si dovrà concludere che senza i provvedimenti di cui si è data notizia nel febbraio 1935 la disoccupazione sarebbe salita a 1.150.000, cioè avrebbe superato di 50.000 la cifra ripor– tata per il febbraio 1934. Ma basare le proprie conclusioni sulle statistiche fasciste relative alla disoccupazione è come costruire una casa sulla sabbia. Il 16 luglio 1935, il Lavoro Fascz·sta annunciò che le statistiche del giugno precedente avevano registrato circa 200.000 unità in meno rispetto al giugno 1934, e affermò trionfalmente che questo fatto "segna una grande vittoria per il fascismo in un campo in cui le altre nazioni persistono in lotte folli." Ma si ignorava: 1) che, secondo le statistiche ufficiali, le qua– ranta ore settimanali avevano dato lavoro per non meno di 250.000 disoc– cupati; e 2) che nei primi sei mesi del 1935 erano stati richiamati alle armi per la guerra contro l'Etiopia e per tenersi pronti a fronteggiare qualsiasi sorpresa in Europa, non meno di 300.000 uomini, ai quali dovevano aggiun– gersi gli operai ausiliari per le industrie belliche. Senza questi fatti di quanto non sarebbe aumentato il numero di disoccupati? Il giorno in cui Musso– lini darà inizio a una guerra mondiale, la disoccupazione scomparirà; e que– sta sarà la piu strabiliante vittoria di Mussolini nella sua "battaglia" con– tro la disoccupazione. 26 25 A. P., Camera, Legislatura XXIX, Discussioni, voi. I, p. 1280. 26 Nell'aprile 1935, a Parma, il contratto di lavoro tra i proprietari dei negozi di barbiere e i loro dipendenti stabiliva che questi ultimi, da ottobre a marzo, dovessero lavorare ore 65 e mezzo per settimana, e da aprile a settembre ore 72 e mezzo per settimana. Nell'aprile, i giornali del giorno 16 annunciarono che nel contratto di lavoro riguardante un gruppo di operai della indu– stria tessile le ore di lavoro settimanali erano state stabilite nella misura di 54. Tutto ciò dopo il tanto chiasso che si era fatto sulla settimana di quaranta ore. 255 Bibloteca Gino Bianco

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