Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo ore immediatamente, e senza aspettare le tarde e inefficienti democrazie. 19 Un tal eroismo era facilitato dal fatto che l'industria del cotone - una delle piu importanti - aveva adottato nel giugno la giornata lavorativa di cinque giorni 20 ; e che, nella ultima settimana del luglio 1934, secondo le statistiche ufficiali, dal 14 al 20 per cento degli operai nell'industria metallurgica, il 26,9 per cento nell'industria delle costruzioni navali, il 26,7 per cento nell' industria della pasta alimentare, e il 28,7 per cento nell'insieme dell'indu– stria italiana lavoravano a tempo ridotto. 21 Nel settembre 1934 i dipendenti della Fiat, la piu importante industria metallurgica, lavoravano soltanto 35 ore la settimana. In provincia di Ferrara "in quasi tutti i nostri stabilimenti ogni operaio lavora meno di quaranta ore settimanali"; e gli edili "sono occupati, come media, sessanta, settanta giorni in un anno. 1122 Per la maggio– ranza delle industrie italiane, quindi, la riduzione della settimana lavorativa era come sfondare una porta aperta. ~ L'll ottobre 1934, i presidenti delle confederazioni dei datori di lavoro e dei prestatori d'opera nell'industria raggiunsero un accordo, secondo il quale i datori di lavoro si impegnavano a non richiedere piu di quaranta ore lavorative la settimana, conservando tuttavia il diritto di chiedere "in casi eccezionali" lavoro straordinario; "i salari sar_ebberostati proporzionati al minor numero di ore," i lavoratori cioè avrebbero perso tante ore di salario quante ore di lavoro. Ad esempio, un operaio che precedentemente lavorava 48 ore la settimana avrebbe perso il 17 per cento del suo guadagno. 23 I lavo– ratori che godevano di pensioni dovevano essere licenziati. "Dovunque fosse possibile," i posti delle donne e dei ragazzi dovevano essere rimpiazzati con uomini. 24 In tal modo Mussolini manteneva puntualmente la promessa fatta nel maggio precedente (cfr. sopra pp. 186-87) di condurre il popolo italiano verso una piu nobile vita di ascetismi e di eroismi. Tale era il rude e deci– sivo cimento che il Lavoro Fascista aveva appena annunciato. L'accordo entrò in vigore in dicembre. La vittoria questa volta fu de- 19 ]ONES, Is Fascism the Answer?, cit., p. 190, un anno prima dell'avvenimento, aveva an– nunciato ai suoi lettori che l'Italia aveva già adottato la settimana di quaranta ore: "L'idea del vantaggio di orari ridotti distribuiti in modo da beneficiare un piu largo numero di lavoratori, nacque in Italia molti anni fa con la proposta della settimana di quaranta ore per alleviare la disoccupazione. Tale idea è stata adottata in America e altrove." 20 "Lavoro Fascista,,, 30 giugno 1934. 21 "Bollettino Mensile di Statistica," settembre 1934, p. 794. 22 "Corriere Padano," 9 novembre 1934. 23 I corrispondenti da Roma del londinese "Times" (14 dicembre 1935) e del "New York Times" (20 gennaio 1935), nell'informare i loro lettori di questo accordo, omisero di specificare che i lavoratori perdevano altrettante ore di salario quante ore cli lavoro. Il 30 gennaio 1935, il delegato italiano all'Ufficio internazionale del lavoro vantò che mentre in Italia le ore lavora– tive erano state ridotte, i salari "per ogni ora di lavoro" non erano stati ridotti. Omise anche lui di spiegare quale era stata la sorte dei salari relativi alle ore di lavoro che erano state soppresse, e nessuno chiese spiegazioni su questo punto. 24 Il corrispondente da Roma del londinese "Times," 14 dicembre 1934, dichiarava che questi provvedimenti per fronteggiare il problema della disoccupazione erano stati avanzati "dai vari organi che compongono la struttura dello Stato corporativo italiano." Di fatto, essi furono decisi dai presidenti delle confederazioni, cioè dagli organi del sindacalismo fascista, senza neppure la parvenza di un parere consultivo del Consiglio nazionale delle corporazioni, del Comitato cor– porativo centrale, o delle corporazioni che non avevano ancora cominciato a funzionare. Queste erronee notizie erano particolarmente inopportune in quanto in quel momento era in opera una campagna di propaganda, allo scopo di convincere il pubblico che "la struttura dello Stato cor– porativo" funzionava in pieno. 254 Bibloteca Gino Bianco

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