Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Dalla giornata di otto ore alla settz·mana di quaranta ore liani, il rappresentante dei datori di lavoro votò con i datori di lavoro, il rappresentante dei lavoratori con i lavoratori; e il rappresentante del governo, De Michelis, votò con i datori di lavoro. 13 Questo fatto è estremamente ca– ratteristico della "collaborazione di classe" fascista. . Adesso che aveva fatto la proposta della settimana di quaranta ore per i iavoratori di tutto il mondo, Mussolini presentò alla Carnera il cosiddetto disegno di legge per la giornata di otto ore, cioè per la settimana di 48 ore, per i lavoratori italiani, che il Senato aveva approvato nel maggio 1932. Il disegno di legge fu approvato tra l'entusiasmo generale nella seduta del 15 febbraio e divenne legge il 16 marzo 1933. 14 "Chi difende la giornata di otto ore? " domandava il Resto del Carli'no il 17 febbraio 1933: "Mussolini, sempre Mussolini. " 15 Ma la commissione senatoriale che prese in esame lo stato di previsione della spesa del ministero dell'Agricoltura e delle Foreste per l'esercizio finanziario 1933-34 osservò che la legge sulla giornata di otto ore "nelle attuali condizioni di lavoro, per la spinta che è data verso una ulteriore riduzione dell'orario, non manca di avere un tal quale carattere anacronistico. " 16 Comunque, la legge 16 marzo 1933 sulla giornata di otto ore due anni dopo non era ancora entrata in vigore, perché non era stato ancora pubblicato l'elenco delle industrie che sarebbero state autorizzate a superare le 48 ore settimanali. 11 Nel giugno 1934, alla conferenza dell'Ufficio internazionale del lavoro, De Michelis insistette ancora per la settimana di quaranta ore. Egli sostenne che tale misura doveva avere carattere permanente e non soltanto di espe– diente temporaneo durante la crisi in corso. E quei paesi "che hanno cer– cato di trarre dai loro operai un rendimento massimo al prezzo di condi– zioni di lavoro sfavorevoli," non dovrebbero porre in una posizione di infe– riorità i paesi, tra i quali naturalmente doveva comprendersi l'Italia, "che hanno voluto tenere alto il tenore di vita dei lavoratori": Gli stessi argomenti che si ascoltano oggi [ contro le quaranta ore settimanali], si sono già uditi nelle discussioni per le otto ore di lavoro. Eppure il sistema delle otto ore di lavoro ha preservato la società da una situazione ancora piu disastrosa di quella attuale. Il mio governo considera pertanto oggi, come due anni orsono, che la riduzione della settimana di lavoro è un provvedimento che si impone e si imporrà sempre di piu, data l'evoluzione della vita industriale, e che per conseguenza la sua sistemazione sul piano internazionale è una necessità incontestabile. 18 Sfortunatamente l'Ufficio internazionale del lavoro era un organismo privo di potere. Bisognava abbattere tutte le barriere e dare un grande esem– pio. L'Italia fascista avrebbe eroicamente adottato la settimana di quaranta 13 "Sindacato e Corporazione," gennaio 1933, pp. 201 sgg. 14 Ibidem, giugno 1933, p. 995. 1s Cit. trad. 16 Relazione della commissione di finanze del Senato sul disegno di legge per lo stato di pre- visione della spesa del ministero dell'Agricoltura e delle Foreste per l'esercizio finanziario 1933-34: A. P., Senato, Legislatura XXVIII, Disegni di legge e relazioni, vol. XIV, doc. n. 1515-A, p. 2, nota 2. 11 INTERNATIONAL LABOUR OFFICE, L'année sociale: 1934-35, vol. I, p. 102. 1s "Lavoro Fascista," 8 giugno 1934. 253 Bibloteca Gino Bianco

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