Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo Il Senato, quindi, il 23 maggio 1932, approvò all'unanimità il disegno di legge, arricchendo cosf di una nuova e fulgente aureola il principio di una fascista collaborazione di classe. Inoltre, non è detto che una legge scritta sulla carta debba essere applicata nella pratica di tutti giorni; se a un datore di lavoro fa comodo che nella sua fabbrica si effettt1i lavoro straordinario, niente gli impedisce di ignorare la legge. Infine, un attento studio del testo mostra che il disegno di legge aboliva quella clausola della legge 15 marzo 1923, che faceva obbligo al datore di lavoro di pagare il lavoro straordinario con una maggiorazione del 1 O per cento rispetto al compenso ordinario, e lasciava ai contratti di lavoro il compito di fissare i salari per il lavoro straor– dinario; riduceva del 50 per cento le multe per violazione della legge; e con– cedeva la settimana di 56 ore abolendo la giornata settimanale di riposo in quelle imprese che richiedevano la settimana lavorativa di sette giorni. In– somma, Mussolini continuò con la farsa di proclamare in astratto la giornata - di otto ore annullandola di fatto. A questo punto si presentò l'occasione per la "battaglia" decisiva: la "bat– taglia" per le quaranta ore settimanali. Il 25 luglio 1932, il rappresentante italiano presso l'Ufficio internazio– nale del lavoro, De Michelis, chiese al suo esecutivo di convocare una ses– sione speciale della conferenza internazionale del lavoro "per formulare delle proposte· che possano essere immediatamente attuate in merito alle ore di lavoro. " 12 Tutti sanno come funziona la macchina dell'Ufficio internazionale del lavoro. Prima si discute se la discussione sia opportuna; poi si discute se una decisione sia opportuna; quindi si decide di affidare a una commis– sione il compito di stendere un progetto di accordo; in seguito, a Dio pia– cendo, si discute e si approva il progetto di accordo, lo si manda a tutti i governi della terra, della luna, e degli altri pianeti celesti abitati, si aspetta che tutti i governi abbiano ratificato l'accordo, e mentre si aspetta per la ratifica universale si comincia a discutere il problema della convenienza di mettere in discussione il progetto di un altro accordo. Mussolini sapeva bene quel che faceva incaricando De Michelis di chiedere all'Ufficio internazio– nale del lavoro "proposte che possano essere immediatamente attuate." In realtà il suo unico desiderio era che la stampa di tutto il mondo ripetesse che Mussolini aveva preso l'iniziativa per rendere ovunque obbligatoria la settimana di quaranta ore, cosf come era stato lui a dare l'esempio di ren– dere in Italia obbligatoria la giornata lavorativa di otto ore. Durante le discussioni (10-25 gennaio 1933) i rappresentanti dei lavora– tori chiesero che, riducendosi la settimana a quaranta ore, i salari rima– nessero invariati; i datori di lavoro sostennero che non si potevano ridurre le ore lavorative senza ridurre anche i salari, e si opposero perfino alla ridu– zione delle ore; i rappresentanti dei governi erano divisi. Dei delegati ita- 12 INTERNATIONAL LABOUR OFFICE, Minutes of the Special Meeting of the Governing Body of the International Labour Office, Genève, settembre 1932, p. 56. 252 Bibloteca Gino Bianco

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