Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Lavori pubblici, bonifiche, e "soHdarietà nazionale" 1933 a 74,3 miliardi di lire, e i pagamenti rateali dovuti nell'anno fiscale 1932-33 ammontavano a sei miliardi di lire. Non rimaneva piu denaro, quin– di, per le spese correnti. Il 9 gennaio 1934, il ministro dei Lavori Pubblici annunciò al Senato h " 11 . 1·" · " ·1 ,,21, Il 15 c e ne e contingenze attua 1 era necessario segnare 1 passo. gennaio, il senatore Ricci disapprovava questa dichiarazione, e affermava: "Occorre invece dell'energia e imitare Roosevelt e fare opere pubbliche." Ma veniva interrotto dal ministro delle Finanze: "Ella poi non approverebbe il ministro delle Finanze quando presentasse un bilancio con un deficit mag– giore. " 21 Il 26 maggio 1934 Mussolini rese nota la sua volontà sovrana. Egli annunciò che nell'anno fiscale 1933-34 si sarebbe avuto un disavanzo di circa quattro miliardi di lire. Bisognava quindi ridurre la spesa; nel bilancio per il 1934-35 non ci sarebbe stato nessuno stanziamento per lavori straordi– nari. Su queste dichiarazioni del Duce, i corrispondenti stranieri fecero una congiura del silenzio. Dopo aver glorificato Mussolini, negli anni precedenti, perché dava lavoro ai disoccupati invece di demoralizzarli con il "sussidio," non gli era facile ora lodarlo perché non dava lavoro ai lavoratori. Ovvia– mente, la prudenza consigliava il silenzio. Quanto alla "solidarietà nazionale," funziona soltanto durante i tre mesi invernali. Finito l'inverno, i disoccupati sono abbandonati ai loro espe– dienti. Funziona specialmente nelle città grandi, dove una folla di gente affa– mata potrebbe provocare pericolose sommosse. Solo la Divina Provvidenza soccorre i disoccupati nelle piccole città e i braccianti disseminati nelle cam– pagne. Il 2 luglio 1934, un comunicato ufficiale ci informa che nell'inverno di quell'anno in Italia la "solidarietà nazionale" aveva aiutato "quasi ogni giorno" 1.750.000 famiglie, composte di 2.884.000 persone, e che il costo to– tale dell'assistenza ammontò a lire 132.649.256. Considerando che in Italia l'inverno ·dura novanta giorni, moltiplichiamo per novanta il numero delle persone che hanno ricevuto l'assistenza e dividiamo lire 132.649.256 pari alle spese di assistenza per il numero degli assistiti: risulterà che ogni per– sona ha ricevuto come sussidio la somma di cinquanta centesimi al giorno. Il 5 luglio 1935, un comunicato ufficiale afferma che dal novembre 1934 all'aprile 1935, 3.014.452 di persone indigenti sono state assistite "quasi quo– tidianamente." "Quasi quotidianamente" significa "durante la stagione in- vernale." Passando a dati piu precisi, troviamo che secondo un giornalista fran- cese già citato (cfr. p. 235), nell'inverno del 1932 il Partito fascista distri– bu{ a Roma "oltre 20.000 buoni per generi alimentari"; i "capifamiglia sen– za lavoro" potevano ottenere con questi buoni pane, pasta, latte, e altri generi alimentari; la spesa totale ammontò a lire 1.129.398, "il che dimostra il valore dell'assistenza prestata." Se dividiamo lire 1.129.398 per i 20.000 26 A. P., Senato, Legislatura XXVIII, Discussioni, voi. VI, p. 7009. n Ibidem, p. 7216. Bibloteca Gino Bianco 245

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