Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Lavori pubblici, bonifiche e "solidarietà nazz·onale" di Mussolini contro la disoccupazione, quindi, si riduce a una media gior– naliera per il quadriennio 1929-32 di 145.000 contro 94.000 per il triennio 1926-28: un aumento di 51.000 unità. Il 18 dicembre 1930 il Duce annunciò che, grazie ai lavori pubblici intrapresi dal governo, 424.000 lavoratori avevano potuto trovare occupazio– ne. In effetti, nel 1930 il numero massimo di lavoratori occupati fu di 178.000 in settembre e 152.000 in ottobre. 4 Il Duce sbandierò la cifra di 424.000 ben sapendo che nessuno in Italia sarebbe stato in grado di con– traddirlo. Secondo le statistiche ufficiali, la disoccupazione da 438.000 unità nel– l'inverno del 1928 sal{ a oltre un milione negli inverni del 1932, 1933, e 1934. Se si mette a confronto la massa di disoccupati, certo assai maggiore di quanto indicano le statistiche ufficiali, con il numero di lavoratori occu– pati in opere pubbliche, che non hanno mai raggiunto i 200.000, non si può fare a meno di concludere che i lavori pubblici e i progetti di boni– fica, mediante i quali si dice che Mussolini abbia scoperto il modo di com– battere la disoccupazione, in realtà hanno fatto molto poco per alleviare le miserie del popolo italiano. 5 Coloro impiegati nei progetti di bonifica figurano come dipendenti di lavori pubblici. In Italia le bonifiche si cominciarono alcune migliaia di anni fa. L'Ita– lia è il paese classico delle bonifiche di terreni. In Italia le terre piu ricche furono ricavate dalla fatica intelligente e tenace dell'uomo. 6 Un esperto di problemi agricoli, Pratolongo, scriveva nel 1923: "L'Italia ha il primato del– le terre redente dall'incoltura e dalla sterilità! " 1 Nell'aprile del 1923 un gruppo di agricoltori olandesi, in visita ai lavori di bonifica in corso presso Ferrara e Chioggia, rimasero molto ammirati di scoprire una "Olanda ita– liana. " 8 Nel 1924 la superficie coltivata nella provincia di Ferrara ammontava a 200.000· ettari, di cui 100.000 erano stati bonificati nei cinquant'anni pre– cedenti.9 Nei primi anni del regime fascista i lavori di bonifica furono rallen– tati; la cifra media di mano d'opera impiegata giornalmente in questo tipo 4 Ibidem, gennaio 1933, p. 160. 5 Cfr. H. J. JENSEN, Fascism after Ten Years, in "South Atlantic Monthly," aprile 1933, p. 149: "Secondo le statistiche fasciste, nel settembre 1930 c'erano 177.770 persone occupate in varie opere pubbliche. Tale cifra, tuttavia, rappresenta meno del tre per cento della popolazione lavoratrice, indubbiamente una proporzione modesta in uno Stato altamente centralizzato, nel quale il governo nazionale è responsabile per molti progetti che altrove sono posti in opera lo– calmente. Di questi, 42.000 erano occupati in varie imprese di bonifica." Cfr. anche RosENSTOCK– FRANCI(, op. cit., pp. 216 sgg. 6 G. VALENTI, L'Italia agricola e il suo avvenire, Roma, Accademia dei Lincei, 1919, p. XVIII. 7 U. PRAT0L0NG0, Il problema della brughiera, in "Giornale d'Agricoltura della Domenica," settembre-novembre 1923, cit. in PORRI, L'evoluzione economica italiana nell'ultimo cinquantennio, cit., p. 139, e pp. 138 sgg. 8 F. VrRGILII, L'Italia agricola odierna, Milano, Hoepli, 1930, p. 200. Cfr. A. DE STEFANI, L'azione dello Stato italiano per le opere pubbliche dal 1862 al 1924, Roma, Libreria dello Stato, 1925, pp. 120, 132; J. H. HENDERS0N e H. C. A. CARPENTER, eport on the Commercial, Industrial and Economie Situation in Italy: December 1922, London, Department ob Overseas Trade, 1923, p. 54. 9 V. PEGLI0N, Le bonifiche in Italia, Bologna, Zanichelli, 1924, p. 5. 241 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=