Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo Ovviamente Mussolini riteneva che compito delle donne sia quello di stare a casa a badare ai bambini invece di ingrossare le liste degli uffici di collocamento. Infine, nel 1931 gli uffici di collocamento delle città ricevettero l'ordine di non iscrivere piu nelle liste coloro che avanti il 1° aprile 1931 non fossero residenti nella città, 8 ; un altro espediente per ridurre il numero dei disoc– cupati... nelle statistiche. Malgrado tutte queste "battaglie" i disoccupati continuarono ad aumen– tare, tanto che perfino nelle statistiche ufficiali la cifra salf da 765.000 nell'in– verno del 1931 9 a 1.147.000 nell'inverno del 1932. Per fortuna c'era Mus– solini a organizzare un'altra "battaglia." In Italia, come in ogni altro paese, si è sempre riconosciuto che non si può lasciare la gente a morir di fame. Tale dovere è sentito tanto piu fortemente quando è Natale, 10 specialmente negli anni piu sfortunati e nelle - zone piu gravemente colpite dalla sventura. Con l'aggravarsi della depres– sione nel 1930, l'opera di assistenza divenne piu necessaria che mai. Sino al– l'autunno del 1930 l'opera di assistenz,1 era affidata agli uffici degli enti locali, alle organizzazioni volontarie, o alle iniziative private, senza che nessuno si sognasse di investirla di un significato politico. Nell'inverno del 1931 il Partito f~scista cominciò a concentrare qua e là sotto il proprio controllo tutti i mezzi finanziari che i comuni, le associazioni assistenziali, e le per– sone private erano solite devolvere per assistere gli indigenti. Il 12 dicembre 1931 Mussolini ordinò che "il partito, e tutte le istituzioni che da esso diret– tamente dipendono, deve ritenersi in stato di mobilitazione politica e morale per fronteggiare la crisi economica e per alleviare (...) la situazione degli strati di popolazione che si trovano in maggior disagio." "L'assistenza deve essere fatta a chiunque. Da oggi fino a nuovo ordine tutte le sedi fasciste devono essere permanentemente aperte dalle 11 del mattino alle 11 di sera. " 11 Dunque, una nuova "battaglia"! I membri di tutte le organizzazioni di datori di lavoro e di prestatori d'opera furono obbligati a contribuire al fondo di disoccupazione, e di so- pendice sul Consiglio Provinciale dell'economia corporativa in Bologna e le istituzioni che lo precedettero, ed alcuni capitoli per una storia delle corporazioni in Bologna, Bologna, Consiglio Provinciale dell'Economia Corporativa, Ufficio di Statistica, Ottobre 1932. 8 Ciò appare dal resoconto del discorso del segretario federale della provincia di Genova, il 24 luglio 1933: "Richiama l'attenzione dei gerarchi sulla provvida disposizione cli legge che stabilisce che non possono essere iscritti agli uffici di collocamento coloro che non risiedono in Genova dall'aprile del '31. Questa disposizione permette di tutelare in modo efficace la mano d'opera locale che si trova in condizioni disagiate, e quindi va rigorosamente osservata" ("La– voro," 25 luglio, 1933). 9 Nel 1931, C. MARA.BINI, Le problème France-Italie, Paris, Les Eclitions Européennes, 1931, p. 88, assicurava i suoi lettori che l'Italia non era affetta da disoccupazione. In una lettera all'"Economist," 24 ottobre 1931, p. 1.031, Villari, affermò tranquillamente che "nel periodo pre– fascista le cifre della disoccupazione italiana erano altrettanto elevate o superiori a quelle di oggi" e che "in Italia la disoccupazione era maggiore prima del 1929 che dopo tale anno." 10 Nel Natale 1914, ad esempio, a Milano furono distribuiti ai poveri 800 pacchi di generi alimentari; 800 operai disoccupati furono invitati alla sede centrale dei sindacati milanesi; una scuola femminile organizzò un albero di Natale per 600 bambini; ecc. (" Corriere della Sera," 25-27 dicembre 1914). Il 28 novembre 1921 il consiglio comunale di Torino stanziò un milione di lire per aiutare i bisognosi e i disoccupati ("La Stampa, 11 29 novembre 1921). La stampa ita– liana di una volta riportava molte notizie del genere, specialmente durante i mesi invernali. 11 MUSSOLINI, XXV, p. 72. 234 Bibloteca Gino Bianco

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