Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La "battaglia" contro la disoccupazione dal 1930 al 1934 lito il contributo dei lavoratori corrispondeva all'uno per cento del salario. I piccoli proprietari terrieri e gli affittuari, per i quali il pagamento in denaro sarebbe stato troppo oneroso, dovevano dare invece una parte del loro grano. Chiunque mangi a un ristorante o prenda una tazza di tè in un locale pubblico, paga una tassa di cinque centesimi per i disoccupati. Se un lavo– ratore vince una causa con il suo datore di lavoro e questi è obbligato a pagargli il suo avere, il segretario della organizzazione sindacale trattiene parte di tale somma per devolverla al fondo di assistenza dei disoccupati. 12 E il merito per l'assistenza che in questo modo il Partito fascista è in grado di dare ai disoccupati, è attribuito a Mussolini, come se i quattrini venis– sero fuori dalle sue tasche. Oggi in Italia il dono di Natale viene chiamato "Befana del Duce," perché è Mussolini che manda i regali ai bambini e di– stribuisce ai poveri pacchi di viveri. Il grano e la farina distribuiti alle famiglie indigenti sono chiamati "grano del Duce" e "farina del Duce." Cosf si dà vita a una nuova fonte di entusiasmo. Mussolini non solo aveva debellato la disoccupazione, non solo si era rifiutato di demoralizzare i di– soccupati affidandoli al "sussidio," non solo aveva procurato lavoro a mi– lioni di loro, ma aveva perfino distribuito pane, riso, baccalà, e conserva di pomodoro a tutti i disoccupati ... malgrado la disoccupazione fosse scompar– sa dall'Italia ora che Mussolini aveva procurato lavoro a tutti. A Natale del 1933 il corrispondente del New York Ti·mes, 24 dicembre 1933, fu talmente conquistato dalla generosità di Mussolini da invidiare se– riamente gli italiani indigenti e commiserare le classi abbienti: La durezza dei tempi sarà soprattutto sentita dai ricchi e dai ceti medi, dato che il Partito fascista quest'anno ha raddoppiato gli sforzi per assicurare il benessere delle classi povere durante le feste. Si afferma che non un solo bambino mancherà di ricevere un pacco dono con generi di vestiario, giocattoli e dolciumi. Non c'è bisogno di dire che la distribuzione di viveri e vestiario è una pratica inventata da Mussolini; come spiega un giornalista francese, M. Vau– cher: Il metodo adottato presenta un carattere originale. Il Duce si è sempre mostrato contrario al sistema vigente in Inghilterra, che consiste nel concedere ai disoccupati un premio di assicurazione, in quanto tale sistema tende a incoraggiare l'ozio. Scopo del piano italiano, perciò, è stato quello di trasformare le opere di carità in opere di pubblica assistenza. 13 Il 23 ottobre 1932, lo stesso Mussolini spiegò tale metamorfosi in termini ufficiali: Ci siamo già sganciati dal concetto troppo limitato di filantropia, per arrivare al concetto piu vasto e piu profondo di assistenza. Dobbiamo fare ancora un passo innanzi: dall'assistenza dobbiamo arrivare all'attuazione piena della solidarietà nazionale. 14 12 Cfr., ad esempio, "Corriere della Sera," 11 dicembre 1933. 13 "Le Petit Parisien," 17 maggio 1932. Come ricompensa del suo entusiasmo fascista, Vau– cher corrispondente da: Roma di questo giornale e del "Joumal de Genève," è stato decorato con l'ordine della Corona d'Italia. 14 MUSSOLINI, XXV, p. 144. -235 Bibloteca Gino Bianco

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