Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La "battaglia" contro la disoccupazione dal 1930 al 1934 9. Il 22 luglio dodici uomini, alcuni dei quali erano riusciti a fuggire in Corsica mentre altri erano stati arrestati dalla polizia, furono condannati dal tribunale di Livorno a pene detentive da sei mesi a due anni (Resto del Carlino, 23 luglio). 10. Un gruppo di frati dell'ospizio del Gran San Bernardo, che erano andati in aiuto a una donna abbandonata nella neve da un gruppo di fuggiaschi, fu preso a fuci– late dai militi fascisti (Libertà, 9 agosto). 11. Quindici uomini fuggirono a Tunisi in una barchetta (Libertà, 16 agosto). 12. Due fuggiaschi persero la vita sul Cervino (Libertà, 16 agosto). 13. Due uomini accompagnati da una giovane donna riuscirono a espatriare attra– verso il ghiacciaio del Passo Zwillines; la donna portava in braccio un bambino di sette mesi e per tutto il viaggio indossava delle scarpe da passeggio (/ ournal), Parigi, 10 agosto). 14. A Selva di Pietro, sul confine italo-jugoslavo, un fuggiasco fu arrestato e altri due uccisi (Foglio d'Ordini del P .N.F., 8 novembre). 15. Due uomini e due donne, una delle quali una ragazza di diciannove anni, furono condannati dal tribunale di Aosta a pene varianti dai sei mesi ai due anni per avere tentato di fuggire in Francia (Stampa, 17 agosto). 16. Dieci persone furono arrestate a Susa mentre cercavano di espatriare (Corriere della Sera, 2 agosto). Sempre a Susa e nello stesso mese, un'altra comitiva fu arrestata poco tempo dopo (Temps, Parigi, 23 agosto). 17. Nel Petit Nicois, 25 agosto, si legge: "In queste ultime settimane il numero di italiani che arrivano in Nizza e dintorni senza passaporto è stato eccezionalmente alto; essi hanno urgente bisogno per mantenersi di trovare immediatamente lavoro." 18. Il 28 agosto 1930, l'Agenzia telegrafica svizzera lamentava che "spess'1 in queste ultime settimane" la milizia di servizio sul confine italiano è penetrata in territorio sviz– zero per inseguire emigranti clandestini. Ai casi riportati dalla stampa dovranno aggiungersi tutti quelli di cui non viene data notizia. Parlando con un corrispondente del londinese Daily Mail (29 agosto 1930), una guida svizzera calcolava che negli ultimi mesi dai dieci ai ventimila italiani avessero passato clandestinamente la frontiera svizzera: "Se si continua cosf, tra dieci anni in Italia non ci sarà rimasto nessuno." Affermazioni del genere erano indubbiamente esagerate, ma esse danno un'idea della vastità dell'espatrio. La crisi fu affrontata da Mussolini col consueto indomabile coraggio. Prima di tutto egli dette ordine, il 13 agosto 1930, che si concedesse il pas– saporto a tutti coloro che desideravano emigrare. Non c'era piu nessuna urgenza per la creazione dell'impero. I giornali non avevano finito di pub-– blicare questa notizia che una folla di povera gente assediò le questure per chiedere il passaporto. A Torino la gente rimase in coda tutta la notte. Il numero di passaporti rilasciati in Italia per i paesi europei, cioè in pratica per la Francia, il Belgio, il Lussemburgo, salf da 11.535 nell'agosto del 1930 a 42.312 nel settembre e 50.340 nell'ottobre. Era troppo tardi. Per tutto il corso del 1929 e ancora nella prima metà del 1930 la Francia sarebbe stata ben lieta di accogliere mano d'opera ita– liana, dato che la legge Loucheur, che disponeva la costruzione di 260.000 alloggi in cinque anni, aveva dato un poderoso impulso a ogni genere di lavoro. Non potendo importare mano d'opera dall'Italia, gli appaltatori fran– cesi erano stati costretti a rivolgersi alla Polonia, alla Cecoslovacchia, alla 231 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=