Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La "battaglia" di Mussolini contro la disoccupazione sino al 1930 sei mesi del 1931 furono rimpatriati da Milano 323 nuovi arrivati. 14 L'll luglio 1933, il Corriere della Sera dava notizia che "2.129 persone, fra cui 245 capi-famiglia, rimasti privi di occupazione, sono state rimpatriate." Di ritorno ai loro paesi natali questa povera gente non trovava nessun padre agricoltore in grado di sfamarli. Tra di loro è vero che c'erano persone che avevano lasciato la campagna per la città in cerca di avventura, ma la piu parte di loro se ne erano andati in città perché la campagna non era capace di dare loro di che vivere. In molti casi avevano lasciato i loro paesi natali dieci, venti, o trent'anni prima. 15 Tutti, senza discriminazione, furono ricac– ciati dalle città a morir di fame senza speranza. Tali misure furono de– scritte da Mussolini come il "ridimensionamento della sovrappopolazione ur– bana" o il "ritorno alla terra." Di conseguenza molti lavoratori nei centri industriali se ne stettero alla larga dagli uffici di collocamento per timore che la polizia, in quanto privi di mezzi di sostentamento, li avrebbe rispediti nelle loro natie parrocchie di campagna. Come scriveva nel 1933 l'addetto commerciale britannico a Roma: "La situazione statist1:ca è un po' migliorata in seguito alle misure per il rimpatrio dei lavoratori disoccupati privi di mezzi e non nativi dei centri urbani al paese di origine, dove una parte di essi saranno senza dubbio [ I] assorbiti nei lavori agricoli o domestici [ !], perdendo almeno temporaneamente la loro condizione di· mano d'opera industriale dz·soccu– pata e il loro posto in tali statistiche. " 16 Tali parole saranno da prendere sul serio o invece come una satira velata dell'eroismo con il quale Mussolini combatteva la disoccupazione... nelle statistiche? A partire dalla fine del 1928, gli ammiratori stranieri di Mussolini si dividono in tre categorie: I) coloro che, già abituati a ripetere che "Musso– lini ha debellato la disoccupazione," continuarono a recitare la stessa for– mula,11 rinforzandola ogni tanto con dati statistici erronei, cioè con stati– stiche che erano versioni scorrette di dati già falsificati dal governo 18 ; 14 "Corriere della Sera," 18 agosto 1931. 1s Nel suo romanzo Fontamara, descrivendo con rara potenza artistica la vita di un villaggio italiano sotto il governo fascista, Silone dà un'idea di questa fase della politica economica fascista. 16 TURNER, Economie Conditions cit., p. 171. 11 "La disoccupazione continua a essere la preoccupazione maggiore specialmente in Germa– nia e in Inghilterra. In effetti, praticamente essa non esiste in Francia e in Italia" (Dr. Julius Klein, direttore del Bureau of Foreign and Domestic Commerce of the U. S. Department of Commerce, in "New York Times," 29 9prile 1929). "In questo paese la disoccupazione è stata ridotta a meno dell'uno per cento [ ... ] I lavoratori italiani trovano occupazione con maggiore continuità e a piu alti salari che non prima della guerra" (DENNis, How il Duce Works bis Plan, cit., p. 48). 1s In "Commerce Reports," 14 gennaio 1929, p. 72, l'addetto commerciale americano a Roma affermò che "verso la fine dell'anno 1928 la cifra degli elenchi di disoccupazione ammontava a 223.000"; in verità le statistiche ufficiali indicavano 282.000 disoccupati nell'ottobre 1928, 321.000 nel novembre, e 360.000 nel dicembre (" Annuario Statistico," 1929, p. 325). In una lettera al londinese "Spectator," 31 agosto 1929, un corrispondente che si firmava "Vita Nuova" affermò che "di solito la disoccupazione era in media dalle 500.000 alle 600.000 unità, ma oggi è di 200.000." La media dalle 500.000 alle 600.000 unità era un'invenzione, e la cifra di 200.000 non era la media ma la minima estiva del 1929. Quanto alle relazioni degli addetti commerciali atne– ricani a Roma, va osservato che sino all'estate del 1928 esse rappresentarono una ricca e sicura fonte di preziose informazioni. Dall'agosto al dicembre 1928 non vi furono relazioni dall'Italia. Nel dicembre 1928 le relazioni furono riprese, ma il tono era completamente cambiato; esse eranp diventate niente altro che traduzioni o riassunti dei dati forniti dal governo fascista. 227 ibloteca Gino Bianco

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