Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo 1927 e a 439.000 nel 1928. Nel frattempo gli amici del fascismo continua– rono imperterriti a ripetere nel 1928 che Mussolini aveva debellato la disoc– cupazione.12 Il 18 settembre 1928, Mussolini decise che la disoccupazione non si po– teva combattere soltanto con le statistiche falsificate, e annunciò che il go– verno avrebbe speso lire 238.000.000 in un programma straordinario di opere pubbliche che desse lavoro a 20.000 persone. Un'altra bomba segui poco dopo: la legge 24 dicembre 1928, che stanziava lire 4.300.000.000 da ero– garsi in quattordici anni per lavori di bonifica agraria. Ora che il governo dava lavoro a tutto il popolo italiano coi lavori pubblici o con le bonifiche, non c'era piu bisogno che i contadini abbando– nassero la campagna per cercare lavoro in città. Un regio decreto del 24 di– cembre 1928 autorizzava dunque la polizia a espellere dalle città e riman– dare alla parrocchia natia tutti coloro che non dessero prova palese di avere " mezzi di sostentamento. Nel febbraio 1930, una circolare del ministro delle Corporazioni invitava gli uffici di collocamento "a svolgere una ferma az,ione persuasi·va per evitare l'affiusso in città dei lavoratori agricoli non indispen– sabili alle esigenze della produzione"; gli uffici di collocamento inoltre dove– vano adoperarsi "per favorire il ritorno al lavoro fecondo dei campi di tutti i lavora~ori provenienti dal lavoro agricolo, i quali (...) si trovano disoccu– pati. "13 Il 25 luglio 1930, il Popolo d 1 ltal1:a riferiva che il segretario federale si era intrattenuto con il podestà sul problema dei disoccupati che si river– savano a Milano: Il podestà (...) si interesserà acciocché venga sollecitato il rimpatrio degli immigrati che entro quindici giorni dalla data del loro arrivo nella nostra città, non abbiano trovato alloggio ed occupazione (...). Un'efficace opera di controllo in tali sensi sarà disimpegnata dagli uffici di collocamento, ai quali sono state date precise disposizioni in merito. Chiunque lasci la campagna per cercare lavoro in città deve darne no– tizia alle autorità di polizia, le quali gli daranno il permesso di rimanere solo se possa dimostrare di avere già trovato una occupazione. Nei primi 12 "Il governo italiano ha vinto la disoccupazione non attraverso una spesa cli milioni nella concessione di sussidi e di aiuti esterni, bensi rendendo possibile agli industriali italiani di dare impiego ai lavoratori" {"Daily Mail," 25 gennaio 1928). "Mussolini ha compiuto un'impresa di grande rilievo risolvendo un problema con il quale i nostri uomini politici britannici si sono maldestramente cimentati per nove anni senza raggiungere risultati soddisfacenti. In un paese che è sovrappopolato ed ha poche industrie, Mussolini ha eliminato la disoccupazione" (A. S. Toms, in "The Monthly Record" of South Place Ethical Society of London, gennaio 1928, p. 7). "Gli affari prosperano ovunque; le città sono fervidi alveari di operosità; non ci sono folle di disoccu– pati pietosamente costrette a vivere del sussidio, come nel nostro paese; chi è in grado di la– vorare ha tutte le possibilità per far~o" (Rev. C. J. STREET, Religious Freedom in ltaly, in "The Enquirer: Journal of the Free Religious Fellowship and Organ of Unitarian Christianity," 25 feb– braio 1928). Nell'agosto 1928, Villari affermò che "la disoccupazione era in diminuzione: la cifra massima era quella di 439.000 del giugno dell'anno scorso; nel giugno di quest'anno era di 270.000" ("Sutton Coldfield News," 11 agosto 1928). Nel giugno 1927 le statistiche avevano indicato i di– soccupati in 214.000 e non 439.000. Tale cif~a era data dalle statistiche per il gennaio 1928. An– che se avesse correttamente attribuito questa cifra al gennaio 1928 invece che al "giugno dell'anno scorso," Villari non avrebbe avuto lo stesso il diritto di affermare che la diminuzione stagio– nale dal gennaio al giugno 1928 fu la prova di un miglioramento permanente. 13 "La Stampa, 11 26 febbraio 1930. 226 Bibloteca Gino Bianco

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