Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Capitolo tredicesimo La "battaglia" di Mussolini contro la disoccupazione sino al 1930 La disoccupazione è il nemico contro il quale Mussolini ha combattuto le sue piu eroiche "battaglie" e sul quale ha riportato le sue piu strepitose vittorie. Arma virumque cano. Come abbiamo già visto (cfr. sopra p. 145), la disoccupazione fu irri– levante nel 1920, aumentò nel 1921, e fu intensa nei primi mesi del 1922, a causa della depressione che l'Italia, come tutti gli altri paesi, stava allora attraversando. Ma durante il rimanente periodo del 1922 vi furono ovunque segni di ripresa; i quali continuarono dopo che Mussolini ebbe conquistato il potere e si accentuarono nel 1925. Nello stesso tempo la Francia aveva bisogno di importare mano d'opera italiana per colmare i vuoti creati dalla guerra mondiale, ricostruire le zone devastate, e sostituire nella Alsazia– Lorena la mano d'opera tedesca. Secondo le statistiche ufficiali italiane, nel 1923 e 1924 gli emigranti ammontarono annualmente a 400.000, 1 nel 1925 a 300.000, mentre vi furono 115.000 rimpatri nel 1923, 168.000 nel 1924, e 180.000 nel 1925. In questi tre anni, quindi, la emigrazione netta allon– tanò dal mercato italiano del lavoro 600.000 lavoratori. Infine, Mussolini mise in cantiere un grandioso programma di lavori pubblici che mirava a destare tra italiani e stranieri l'impressione che si stessero facendo grandi cose. I lavori pubblici sono sempre stati il terreno preferito di azione delle dittature, e l'Italia non fa eccezione a questa regola. La piu parte di queste iniziative furono rese possibili non dai fondi delle entrate correnti e nep– pure dai prestiti pubblici, bensf promettendo di pagare gli appaltatori e gli altri creditori ratealmente per periodi di dieci anni e piu, in taluni casi per periodi di cinquanta anni. Le annualità dovute per tale ragione balzarono da 2,7 miliardi di lire nel 1922 a 6,5 miliardi di lire il 29 marzo 1924, e ammontavano a 26,2 miliardi di lire alla fine del 1928. In tal modo la ditta- 1 Secondo il suo solito modo di attribuirsi, quando gli torni comodo, il merito di tutto quanto accada o non accada, Mussolini dichiarò al Senato, 1'11 dicembre 1924: "Siamo riusciti a portare i nostri emigranti a quattrocentomila nel 1923, e a 260.000 nei primi otto mesi del cor– rente anno, da una cifra che nel '21 e '22 era caduta al disotto dei trecentomila emigranti" MUSSOLINI, XXI, p. 223). . 223 ibloteca Gino Bianco

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