Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo del 1914, mentre il costo della vita cresceva rapidamente. In data 3 luglio 1935, il Lavoro Fascz·sta affermò che in 34 provincie su 37, per le quali era stato possibile compiere un'esatta rilevazione, i salari degli operai ster– ratori erano inferiori a quelli risultanti nel 1914; lo stesso dicasi per i muratori, per i quali in 27 provincie su 29 esaminate "i guadagni giorna– lieri risultano del pari proporzionalmente piu bassi, senza tener conto dei periodi piu o meno lunghi di disoccupazione." Il filofascista corrispondente da Roma del New York Times, 28 aprile 1935, annunciò che si era avuto un aumento all'interno dei prezzi al minuto ma che gli era difficile dire con certezza a quanto ammontasse, come se non avesse potuto raccogliere tale informazione da qualsiasi massaia che si fosse dato la pena di interrogare. Comunque,. ammise che "secondo taluni questo aumento raggiungerebbe il 15 o il 20 per cento. ,11- 4 Nei Commerce Reports, 2 novembre 1935, si legge: Per alcuni tipi di carne, generi alimentari, burro, ecc., si sono avuti aumenti dal 30 al 40 per cento, mentre per altri generi quali carbone, sapone, benzina, tessuti si è avuto un sensibile aumento nei costi. I prezzi del grano sono saliti recentemente a lire 135 il quintale per il grano duro e lire 115 per quello tenero, rispetto al prezzo fissato di 90 lire. Per _riequilibrare questo aumento nel costo della vita, Mussolini non dispose un aumento corrispettivo nei salari. Invece il partito annunciò una nuova ''battaglia" contro il rialzo dei prezzi al minuto. Ogni volta che viene lanciata una di queste campagne, il consumatore impara a conoscere sin troppo bene che le parole non sono fatti. La battaglia rimane sulla carta e i prezzi salgono. 14 Secondo le statistiche italiane ufficiali, nel numero indice dei beni di consumo c'era stato un aumento da 42,7 nella prima settimana di gennaio a 44,8 nella ultima settimana di marzo ("New York Times," 8 aprile 1935). Il fenomeno deve essere stato assai piu acuto di quanto non ammettono le statistiche ufficiali. Secondo Sir Leo Chiozza-Money ("New Statesman," 5 otto– bre 1935, p. 445) i salari nominali scesero da 100 nel 1926 a 75,75 nella prima metà del 1935, mentre il costo della vita scese da 100 a 64,83; perciò il salario reale salf da 100 a 116,84, ovvero il lavoratore guadagnò il 16,84 per cento in termini di salario reale. Sir Leo afferma che i suoi dati erano "precisi e ufficiali" e che "le statistiche italiane sono elaborate da uno dei piu famosi statistici del mondo." In realtà, da una lettera scritta dall'Italia al londinese "Economist," 27 luglio 1935, p. 179, si apprende che nella prima metà del 1935 "il costo della vita saH di circa il 12 per cento, senza alcun aumento nei redditi o nei salari nominali." In provincia di Genova, nel solo mese di giugno 1935 l'aumento nei prezzi al minuto oscillò tra il 7 e il 20 per cento ("Lavoro," 18 giugno 1935). Perfino il Compendio Statistico: 1934, p. 163, era costretto ad am– mettere che, assegnando il valore di 100 ai salari reali del 1913-14, questi nel 1919 erano saliti a 168 e nel 1933 erano scesi a 143. È chiaro che le statistiche di Sir Leo devono essere state in– ventate da "uno dei piu famosi statistici del mondo." Risultati analoghi ai nostri in ELWIN, Fascism at Work, cit., pp. 209-13. 216 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=