Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il costo della vita che si ebbero prima del 1929 e dopo il 1932, sarà facile superare la cifra del 33 per cento. 12 Nella seconda metà del 1934, malgrado la nuova "battaglia" contro l'alto costo della vita, tutti in Italia avvertirono un generale rialzo dei prezzi al minuto. Il quotidiano milanese La Sera dovette ammettere che "c'è un po' d'allarme nel pubblico per la tendenza al rialzo di alcuni prezzi di prima necessità; e si spiega: gli stipendi e i salari restano diminuiti." Natu– ralmente il giornale ammoniva i suoi lettori che "non bisogna esagerare"; ma doveva riconoscere che i prezzi del latte, del burro e dei prodotti dello stesso genere erano aumentati; che "per quanto riguarda la carne da qualche mese si è avuto un galoppante e sistematico riaizo "; che le uova avevano raggiunto un prezzo proibitivo. 13 Come poteva diminuire il prezzo del burro, se nel maggio il governo imponeva una tassa di due lire al chilo sulla margarina per sostenere il prezzo del burro? A partire dal 1° maggio 1934 il dazio doganale sul be– stiame importato era aumentato da lire 360 a lire 600 per capo. Secondo i dati pubblicati dal giornale finanziario Il Sole di Milano, 10 ottobre 1934, la carne consumata dagli italiani costerebbe un miliardo e mezzo di lire, ma le tasse comprese in questa cifra raggiungono un totale di 700 milioni di lire, cioè il 45 per cento del prezzo del prodotto. Come è possibile che il prezzo della carne diminuisca? In Italia lo zucchero costa lire 6,30 al chilo, di cui quattro lire vanno al governo in forma di tasse e lire 1,65 vanno ai proprietari delle fabbriche grazie alla tariffa protettiva. Cosf per una libbra di zucchero, che all'estero si può acquistare per otto o nove centesimi di dollaro, in Italia si deve pagare l'equivalente di 30 centesimi di dollaro. Come è possibile che il prezzo dello zucchero diminuisca? Parlando alla Camera il 28 marzo 1935, il deputato fascista Sertoli lamentò che nel 1934 i salari si erano ridotti ad un livello inferiore a quello 12 Nel 1931 MrrzAKis, Les grandes problèmes italiens, cit., p. 104, dopo avere affermato che "per quasi tre anni non si erano avute nuove riduzioni salariali" (affermazione non solo falsa ma contraddetta dallo stesso autore a p. 103), riconosceva che "le condizioni materiali con– cesse al proletariato rimanevano nel complesso insufficienti considerando il costo relativamente alto della vita." In "Economist," 25 luglio 1931, Villari dichiarava: "Se inevitabilmente i salari sono diminuiti, altrettanto hanno fatto i prezzi." E nel numero del 24 ottobre 1931 insisteva: "Complessivamente nel periodo dal 1926 al 1927 la riduzione dei salari nominali ammontò a circa il 25 per cento, e tale è all'incirca la misura nella riduzione dei prezzi." Sembrerebbe che Villari non fosse a conoscenza né della riduzione generale del dicembre 1930, né delle riduzioni locali che ebbero luogo a partire dal 1927. CLOUGH, The Evolution of Fascist Economie Practice and ·Theory, cit., p. 303, affermò che "i salari sono stati ridotti" cos{ come il costo della vita, ma evitò qualsiasi indagine che avrebbe potuto mettere in luce notizie sgradite ai fascisti. GoAD, Tbe Corporate State, cit., p. 788, nell'ottobre 1933 dichiarò: "I salari sono scesi, ma in media solo del 15 [!] per cento. Non vi è dubbio che il salario reale dell'operaio italiano è assai piu alto che non fosse nel passato.,, ]ONES, Is Fascism the Answer?, cit., pp. 61 e 162, ci informa che "anche se i salari non sono alti, visti dalla nostra sponda, il potere di acquisto della moneta è alto, sicché in realtà i salari sono piuttosto buoni; in Italia si cerca di aumentare il potere di acquisto del consumatore tenendo basso il costo dei generi di prima necessità; si mira a raggiun– gere un piu alto livello di vita per i lavoratori." Alla Conferenza di Londra del 1933, il delegato italiano RlGHETII, op. cit., p. 382, ebbe il coraggio di affermare che "tenendo conto della capacità di consumo media dei lavoratori, si nota un aumento medio di circa il 20 per cento"; e che il regime fascista "ha permesso ancora una volta che i salari fossero fissati allo stesso livello al quale erano discesi i prezzi. " 13 Cit. in "Nuovo Avanti," Parigi, 17 novembre 1934. [Il testo originale qui citato in "La Sera," 6 novembre 1934: N.d.C.] 215 Bibloteca Gino Bianco

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