Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Salari industriali e salari agricoli 1. I lavoranti occupati nelle bonifiche agricole persero dall'8 al 25 per cento dei loro salari (Resto del Carlino, 2 gennaio 1931). 2. In provincia di Foggia, riduzioni dal 20 al 60 per cento (Lavoro Fascista, IO feb– braio 1931). 3. In provincia di Cremona, riduzione del 27 per cento (Lavoro Agricolo Fascista, 8 marzo 1931). 4. In provincia di Milano, riduzione del 25 per cento (Lavoro Agricolo Fascista, 8 marzo 1931). 5. In provincia di Bologna, riduzione del 25 per cento (Resto del Carlino, 1 ° dicem– bre 1931; La Provincia di Bologna nell'anno decimo, p. 1524). 6. In provincia di Mantova, dal 1926 al 1931, i lavoratori persero il 42,2 per cento dei loro guadagni (Lavoro Agricolo Fascista, 23 marzo 1931). 7. Nelle provincie di Milano, Novara e Vercelli, dal 1926 al 1931 diverse categorie di lavoratori persero il 50 per cento dei loro salari (Lavoro Fascista, 12 aprile 1931). 8. In provincia di Rovigo, i lavoratori persero il 20 per cento nel 1927, il 14 per cento nel 1930, e dal 7,2 al 17,8 per cento nel 1931 (cfr. sopra p. 191). 9. In provincia di Pavia, dal 1926 al 1931, i lavoratori persero il 50 per cento dei loro salari (Lavoro Agricolo Fascista, 17 giugno 1931). 12 Per il periodo successivo al 1931 basteranno gli esempi seguenti: 1. In provincia di Piacenza, riduzione del 14 per cento (Lavoro Agricolo Fascista, 31 gennaio 1932). 2. In provincia di ForH, riduzione del 12 per cento (Corriere della Sera, 8 aprile 1932). 3. In provincia di Cremona, tra il 1927 e il 1931 i lavoratori persero dal 20 al 35 per cento dei loro salari, e subirono nel 1932 una ulteriore riduzione del 20 per cento (cfr. pp. 193-94). 4. Nella parte meridionale della provincia di Milano, dal 1927 al 1933 i lavoratori persero circa il 63 per cento dei loro guadagni (Lavoro Agricolo d'Italia, 27 novembre 1927; Lavoro Agricolo Fascista, 25 gennaio 1931, 15 maggio e 15 novembre 1932; Bollet– tino di Sericoltura, 20 giugno 1933). 5. In diverse provincie della Sicilia, dal 1928 al 1934 i braccianti persero oltre il 50 per cento dei loro salari (Lavoro Fascista, 26 ottobre 1934). Si aggiunga la riduzione del 20 per cento del 1927, e la perdita totale supererà il 70 per cento. 6. In provincia di Ferrara, il salario giornaliero, che nel 1928 era di lire 19,71, nel 1934 era stato ridotto a meno di 9 lire; per certi tipi di lavoro la paga era di lire 6,60 al giorno (Co"iere Padano, 19 novembre 1934). Un caso caratteristico è quello delle 180.000 mondariso, quasi tutte donne. Il 16 marzo 1927, i rappresentanti dei coltivatori di riso e i funzionari della Federazione nazionale sindacati agricoli conclusero gli accordi salariali per la prossima stagione. Il salario giornaliero dei lavoratori che lasciavano la loro provincia per venire a lavorare in risaia f~ ridotto da lire 21 a lire 12 La paga era :fissata in lire 11,60 nel caso che il lavoratore dovesse "stare nell'acqua e nel fango," e poteva perfino raggiungere lire 15,20 se il lavoro consisteva nel "tagliare l'erba stando nell'acqua sino alla vita" (cit. ttad.). Le donne in età tra i 16 e i 65 anni percepivano lire 5 per una giornata di otto ore; e per il lavoro nell'acqua a piantare riso, la cifra saliva a lire 5,80.- 205 Bibloteca Gino Bianco

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