Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Capitolo decimo Salari industriali e salari agricoli Le statistiche ufficiali non danno affatto un quadro adeguato della fles- , sione che ha subito il tenore di vita del popolo italiano, sebbene attual– mente l'Italia sia inondata di statistiche di salari nominali e costo della vita, le quali pretendono di mostrare il movimento dei salari reali. 1 Prima del 1927, i numeri indici dei salari industriali erano compi– lati dall'Istituto nazionale delle assicurazioni, il ·quale raccoglieva i dati dei salari giornalieri da ogni parte d'Italia e, sulla base di tali dati, pagava le indennità per gli infortuni sul lavoro. Nel marzo 1928, tale compito fu assunto dalla confederazione industriale, col risultato che per il 1927, l'anno delle riduzioni "spontanee" del 20 per cento, le statistiche rimasero e sono tuttora perfettamente mute, inerti. E quando i numeri indici riap– parvero nel 1928, essi segnalavano che, tra la seconda metà del 1926 e la prima metà del 1928, i salari erano discesi non piu. che da 584 a 545, 2 ovvero, in altre parole, non del 20 per cento ma di appena il 7 per cento. Per i due anni tra la prima metà del 1928 e la seconda metà del 1930, le statistiche ufficiali ammettono che i salari scesero dal numero indice 545 a 532; cioè, in questi tre anni i lavoratori persero soltanto il 2,5 per cento dei loro salari. Per il 1931 ammettono che, in seguito alle riduzioni ordinate nel novembre 1930, i salari scesero dal numero indice 532 a 501; cioè, i lavoratori persero appena il 5,5 per cento. E per il 1932, ammettono 1 Per farsi un'idea delle dimensioni di questa marea di statistiche, si veda SocIAL SCIENCE REsEARCH CoUNCILOF NEW YoRK, International Wage Comparisons, Manchester University Press, 1932, pp. 75 sgg. Cfr. RosENSTOCK-FRANCK, L'économie corporative cit., pp. 155 sgg. 2 G. MORTARA, Prospettive economiche 1929, Milano, Università Bocconi, 1929, p. 454; International Wage Comparisons, cit., pp. 207, 211. Da altre statistiche fasciste meno sfacciate sembrerebbe che tra il 1926 e il 1928 i lavoratori romani abbiano perso il 28,6 per cento dei loro salari, mentre quelli di Brescia nel 1927 e 1928 avrebbero perso il 18,9 per cento (ibidem, p. 207). Parlando alla Camera il 26 maggio 19.34, Mussolini citò le statistiche dell'Ufficio internazionale del lavoro relative ai salari italiani, e sottolineò che tali statistiche erano certamente attendibili perché tale ufficio "non ha alcun interesse a dare delle statistiche che possano favorire il regime fascista" (A. P., Camera, Legislatura XXIX, Discussioni, vol. I, p. 375): come se Mussolini non sapesse che le statistiche dell'Ufficio internazionale del lavoro sono tratte dalle fonti ufficiali italiane. PITIGLIANI, The Italian Corporative State, cit., p. 258, comincia la sua analisi dei salari italiani nel dicembre 1928 e ammette che questi scesero dal numero indice 101,6 nel dicembre 1928 a 86,5 nel dicembre 1932. 202 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=