Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asdsmo Il lettore avrà notato che le nostre notizie relative a violazioni di contratti di lavoro in Italia vengono esclusivamente dai giornali fascisti. Di conseguenza esperti in fascistologia di facile contentatura come Sir Leo Chiozza-Money, si sentiranno autorizzati a sostenere che in ltaiia c'è li– bertà di stampa. 17 La verità è che simili lamentele sono affogate in un mare di panegirici su Mussolini e sul regime, per cui bisogna compulsare doz– zine di giornali per reperire qualche documento in cui si riveli la situa– zione reale. Qualche fievole lamento consentito di tanto in tanto non basta a dimostrare che i cittadini italiani godono della libertà di stampa. Si tratta soltanto di quella libertà di parola e libertà di stampa che sono consen– tite anche in Russia sotto il nome di "autocritica.,, Una modesta dose di critica contro i disturbi provocati dal funzionamento ordinario del sistema, senza andare a fondo nei principii fondamentali che fanno funzionare il sistema, non è affatto incompatibile col piu dispotico regime. Il quotidiano ~ Lavoro Fascista, che di regola indulge in questa specie di innocua "auto– critica," si rivolge a un pubblico di lavoratori, e perderebbe i suoi clienti se n1ancasse di dare voce a certe lagnanze. Tuttavia solo di rado gli altri giornali riproducono le lamentele del Lavoro Fasci·sta. Perciò queste lamen– tele non fanno né caldo né freddo; non preoccupano né i datori di lavoro, né i gei;archi del partito al potere; mentre il numero di contratti di lavoro che rimangono lettera morta aumenta nel modo piu indisturbato. Mentre il lavoratore se sciopera rischia la prigione, anche nel caso che si voglia rendere esecutivo un contratto che il datore di lavoro ha legal– mente accettato, nessuno pensa di mandare in prigione il datore di lavoro che consideri un contratto niente altro che un pezzo di carta. Il nuovo co– dice penale, articolo 509, minaccia una pena massima di 5.000 lire per chi non adempia gli obblighi che gli derivano da un contratto di lavoro. Ma nel Lavoro Fascista, 26 ottobre 1933, un "giurista" fascista, Roberti, scrive che "l'uso di una cosf potente arma è quanto mai discreto." Notizie di processi per il delitto in questione sono quanto mai rare nelle cronache giudiziarie. E non perché mancherebbe la materia. Questo avviene perché i sindacati dei prestatori d'opera sentono altamente e profondamente lo spirito di collaborazione e la necessità della cordialità dei rapporti fra datore e lavoratore, e novanta volte su cento pre– feriscono ottenere la riparazione dovuta al proprio organizzato mediante il componimento amichevole. I casi che arrivano davanti ai giudici talvolta danno luogo a sentenze che sembrano fatte apposta per incoraggiare i datori di lavoro a conside– rare i contratti di lavoro come semplici "pezzi di carta." Ecco due esem– pi tipici: 1. Una ditta di Foggia fu processata perché aveva fatto lavorare una parte dei propri dipendenti nove ore invece di otto senza corrispondere lo straordinario. Il giudice assolse la ditta, perché essa non aveva violato 17 "New Statesman," 5 ottobre 1935, p. 445. 200 Bibloteca Gino Bianco

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