Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

"p . d. ,, ezzz t carta e ciò tanto piu facilmente in quanto le riduzioni sono soltanto "provviso– rie,,; dopo di che tali riduzioni "provvisorie,, saranno pronte ad essere incorporate nel contratto finale. Un nuovo decreto, del 21 maggio 1934, fu salutato come il rimedio conclusivo contro questo malanno. Esso rese obbligatorio per i funzionari delle organizzazioni sindacali la ricerca di un compromesso prima di ricor– rere alla procedura giudiziaria. Ma anche questo rimedio non funzionò. "La durata delle controversie non ne è stata abbreviata, ma anzi, gene– ralmente, si è allungata. " 14 Quando i funzionari delle organizzazioni sin– dacali cercano di risolvere una vertenza prima di rimetterla alla magistra– tura, succede che il datore di lavoro non risponde agli inviti di convoca– zione né la prima, né la seconda, né la terza volta. 15 "Le statisticl1e dimo– strano che (...) è aumentato il numero delle controversie denunziate, mentre è diminuito quello delle controversie conciliate. " 16 Nel giugno 1935, il ministero delle Corporazioni annunciò che negli ultimi quattro mesi dell'anno precedente e nei primi due mesi dell'anno in corso, 62.000 controversie erano state risolte dai funzionari (S·indacato e Corporazione, giugno 1935, p. 1495). Quante di queste controversie furono risolte in conformità ai diritti dei lavoratori? In Italia circola la voce che di regola i funzionari sindacali raggiungono un compromesso inducendo i lavoratori a rinunciare a una parte del loro salario. Poiché è loro dovere arrivare a una qualche forma di compromesso, essi "compromettono" aiu– tando i datori di lavoro a ridurre i salari. Il 12 giugno 1934, il Lavoro dava notizia di una "controversia" tra una ditta di Sampierdarena e i suoi dipendenti. L'azienda voleva ridurre l'importo complessivo dei salari dei suoi cento dipendenti di ben 80.000 lire l'anno, pari all'enorme cifra di 800 lire l'anno per ciascun dipendente (tre lire per ogni giornata lavorativa). I funzionari sindacali offrirono gen– tilmente una riduzione di 40.000 lire. "Mentre si stava svolgendo la discus– sione, accadde un fatto nuovo: il licenziamento di due terzi delle mae– stranze per necessità di riduzione della produzione e il loro reingaggio suc– cessivo ad un salario considerevolmente piu basso del precedente. I sinda– cati ritennero che i nuovi salari fossero troppo bassi e si opposero ad essi." La "controversia" fu rimessa all'arbitrato del ministero delle Corporazioni, il quale obbligò la ditta ad au.mentare i salari dell'8, del 3 e del 2 e mezzo per cento, a seconda della categoria. Questa è una procedura nuova, desti– nata probabilmente ad avere un seguito: il datore di lavoro riduce i sa– lari, diciamo del 20 per cento; i funzionari sindacali protestano; il mini– stero delle Corporazioni interviene e costringe il datore di lavoro ad au– mentare i salari del 2 e mezzo, del 3 e dell'8 per cento. E la stampa riporta di come in un secondo momento la paga è stata aumentata senza dire nulla delle riduzioni del primo momento. 14 "Lavoro," 29 marzo 1935. 1 s "Lavoro Fascista, 11 9 e 14 marzo 1935. 16 Ibidem, 14 marzo 1935. Bibloteca Gino Bianco 199

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