Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

"p . d. ,, ezzz t carta dimenticato in questo settore del lavoro, piu che negli altri, che i datori di lavoro ( ...) sono e saranno sempre guidati, per forza di cose, dai sistemi che giustificano la loro stessa ragione di esistere. Se dovessimo porre di fronte ai nostri lettori tutti i casi che abbiamo raccolto nei giornali italiani, la lunghezza di questo capitolo ne sarebbe quadruplicata. Ci limiteremo a citare due affermazioni generali che pro– vengono da fonti la cui autorità è indiscutibile: 1. Il 7 marzo 1933, alla Camera, un datore di lavoro nel settore indu– striale che era al tempo stesso un deputato, Scotti, spiegò che se il numero di vertenze era tanto alto la causa andava ricercata nel fatto che i salari previsti nei contratti di lavoro erano troppo alti: "Se diverse ragioni sug– geriscano l'opportunità del contratto salariale di carattere nazionale, occor– re fissare i minimi di paga sufficientemente bassi, per non dare luogo alle inevitabili e purtroppo larghe inadempienze che si verificano, come è ac– caduto e accade nel citato esempio del contratto cotoniero. " 7 Il rimedio con– tro le violazioni dei contratti di lavoro, dunque, era proprio a portata di mano: bastava aumentare la dose della "collaborazione di classe" continuan– do a ridurre i salari. 2. Il 1° giugno 1934, il Lavoro Fascista pubblicava la seguente mas– sima: "Un datore di lavoro, il quale scrupolosamente corrisponda ai suoi operai paghe ecc., che ad essi spettano e, con pari scrupolo, esegua quan– to le leggi del lavoro prescrivono ed una razionale direzione di azienda consiglia, la nostra esperienza ci dice che mai lo trovammo." Secondo una relazione del ministro della Giustizia, del gennaio 1934, tra il febbraio 1928 e il 30 novembre 1933 erano state portate davanti ai tribunali ordinari 145.289 cause. 8 Nella provincia di Siracusa, le organiz– zazioni sindacali, con 18.000 iscritti, nel 1933 si dovettero occupare di 1.878 vertenze riguardanti 5.530 lavoratori, ovvero quasi un terzo del totale degli • • • 9 1scr1tt1. Ai casi di cui si occupano i funzionari sindacali o che sono portati davanti alla magistratura, dovrebbero aggiungersi tutti quelli nei quali i lavoratori accettano in silenzio termini meno favorevoli di quelli previsti nei contratti perché hanno paura di perdere il posto di lavoro. 10 In un periodo di depressione economica e di diffusa disoccupazione, il lavoratore non si azzarda a discutere col suo datore di lavoro. Di regola le contro– versie sorgono dopo che il lavoratore è stato licenziato; solo allora, non avendo piu nulla da temere, egli si presenta ai funzionari del suo sinda– cato e denuncia il suo caso. 7 A. P. 1 Camera, Legislatura XXVIII, Discussioni, vol. VII, p. 7997. 8 "Sindacato e Corporazione," gennaio 1934, p. 45. 9 "Lavoro Fascista " 7 novembre 1933. PITIGLIANI, The ltalian Corporative State, cit., pp. 68- 75, manca di fornire q~alsiasi informazione sulla entità di questo fenomeno. Parlando al Williams College Institute of Politics nell'estate 1932, VrLLARI, The Economics of Fascism, cit., p. 109, affermò quanto segue: "Da parte dei datori di lavoro ci sono stati alcuni tentativi di evadere i contratti cli lavoro, ma poco numerosi. 11 10 Il fatto è ammesso in un articolo nel "Lavoro Fascista," 30 gennaio 1935. 197 Bibloteca Gino Bianco

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