Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fasci.smo I lavoratori agricoli di questa provincia avevano già perduto, tra il 1927 e il 1931, dal 20 al 35 per cento dei loro salari. Ciò significava che i guadagni di un lavoratore stabile erano calati da lire 3.000 a lire 2.050 l'anno, mentre la paga di un lavoratore occasionale calò da lire 2 l'ora a lire 1,60-1,70 l'ora. Nel 1932, i datori di lavoro chiesero una ulteriore riduzione del 20 per cento. I funzionari delle organizzazioni sindacali ri– fiutarono, e la vertenza fu rimessa alla magistratura del lavoro di Brescia. Dopo tre giorni di dibattito, in pubblico e in privato, e prima che il tri– bunale avesse ufficialmente annunciato la propria decisione, i funzionari sin– dacali accettarono la riduzione richiesta dai datori di lavoro: e cioè, che il salario globale annuo dei lavoranti fissi fosse ridotto da 2.050 a 1.640 lire, e i salari dei lavoranti stagionali fossero ridotti da lire 1,60-1,70 a lire 1,30-1,40 l'ora. Dopo di che al tribunale non rimase altro che inviare a Mussolini il seguente telegramma: I principii di collaborazione, di solidarietà di classe, di devozione all'interesse supe– riore della nazione, proclamati dal fascismo, hanno trovato oggi la loro realizzazione da– vanti a questa magistratura del lavoro. 14 In una intervista pubblicata nel quotidiano parigino Soir, 8 febbraio 1928, Mussolini descriveva nei seguenti termini i meriti del suo sistema: Le altre democrazie sono divorate da una terribile malattia: l'incomprensione. Da una parte il capitale, imprigionato nella sua torre merlata, dall'altra il lavoro, organizzato e armato dalla duplice forza del socialismo e del sindacalismo, occupante la pianura e sempre pronto a muovere all'assalto della torre dominante. Tra i due, sotto una tenda ridicolmente fragile, vi è lo Stato borghese eternamente occupato a deliberare, che in mezzo a quel tumulto riceve i colpi di ambedue le parti e non è neppure capace di assumere il ruolo di arbitro disinteressato. Io invece faccio scendere tutti in mezzo al piano e, con la milizia armata alla mia destra e i giudici alla mia sinistra, proclamo che da ora in avanti capitale e lavoro avranno uguali diritti e uguali doveri, e saranno fratelli nella famiglia fascista. 15 Ad una sola condizione ci si può entusiasmare di questa fraternità tra capitale e lavoro: bisogna essere convinti che la magistratura del la– voro si è mantenuta in Italia in un giusto equilibrio tra capitale e lavoro. Il lettore decida da sé se i fatti autorizzano tale convinzione. 14 "Corriere della Sera," 1° giugno 1932. L'autore della citata relazione The Economie and Financial Situation of Italy (pubblicata dal Royal Institute of International Affairs nella prima– vera 1935), p. 12, afferma che "di regola le sentenze favoriscono i lavoratori"; ma a p. 40 si legge: '' Basta consultare le sentenze della magistratura del lavoro per constatare che durante questi anni vi furono per alcune [ !] categorie pesanti riduzioni." 15 Cit. trad. 194 Bibloteca Gino Bianco

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