Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

"Experimenta in anima vili" Si chiedono sempre salari differenziati tra una città e l'altra, e tra industria e indu– stria. Poi si fa appello a tale situazione per giustificare la necessità di abbassare i salari piu alti. Ma non appena questi sono stati ridotti, risorge lo stesso vecchio problema di stabi– lire opportune differenziazioni. Gli industriali italiani vorrebbero ridurre a zero i salari operai. 12 La corte sentenziò che una indagine sui fatti non era necessaria, mo– strando in tal modo che "i segreti del mestiere" non erano minimamente minacciati, e stabil{ che uno dei gruppi operai dovesse avere i salari ri– dotti del 10 e mezzo per cento invece del 33 per cento; che un altro grup– po dovesse avere i salari ridotti dell'll per cento invece del 30 e mezzo per cento; un altro gruppo, 1'11 e sette decimi per cento invece del 39 e sette decimi per cento; un altro gruppo ancora, il 12 e un quinto invece del 37 per cento; mentre per alcune categorie minori si permetteva sol– tanto una riduzione del 2 per cento. Di conseguenza, la paga di ragazze dai sedici ai venti anni fu di 45 centesimi l'ora, ovvero di lire 3,60 per una giornata lavorativa di otto ore. Il massimo salario fu di lire 1,48 l'ora, ovvero lire 11,84 al giorno. Terminata la lettura della sentenza il presidente (...) ha avuto parole di lode per il nobile comportamento delle parti. Ha chiuso formulando un augurio di vita prospera alla gloriosa industria serica italiana, cos1 che le laboriose e disciplinate maestranze possano presto vedere le loro fatiche piu largamente ricompensate. 13 L'organo ufficiale delle organizzazioni sindacali, Il Lavoro Fascista (13 luglio 1933), dichiarò: "La magistratura del lavoro ha pienamente corri– sposto alle attese delle masse lavoratrici." Il tribunale, infatti, aveva alleg– gerito le paghe "meno di quanto i rappresentanti dei lavoratori avevano offerto in sede sindacale." Non esiste sz·no ad oggi un solo caso nel quale la magistratura del lavoro abbia aumentato i salari operai. Di regola, ogni volta che la magi– stratura del lavoro ha avuto occasione di emettere una sentenza, si e sem– pre seguita la stessa tattica farsesca. I datori di lavoro chiedono una grossa riduzione salariale; i funzionari sindacali oppongono un rifiuto oppure, piu spesso, propongono una riduzione minore; la magistratura del lavoro o con– ferma le concessioni dei funzionari sindacali, o applica un compromesso sulla base di una cifra che sta piu o meno nel mezzo tra quella dei datori di lavoro e quella dei funzionari sindacali. Il risultato è che i funzionari sindacali dichiarano che i datori di lavoro sono stati sconfitti e cantano le lodi della magistratura del lavoro. Fra le cause in cui la magistratura riusci a conciliare le parti, evi- tando in tal modo il disagio di dover decidere la questione di propria autorità, merita di essere riportata quella che ebbe luogo in provincia di Cremona nel 1931. 12 Cit. trad. 13 "Corriere della Sera," 12 luglio 1933. 193 Bibloteca Gino Bianco

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