Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo bero sofferto una ulteriore perdita se anche la quantità fosse stata ridotta; una diminuzione nel numero delle giornate lavorative obbligatorie per ogni ettaro di terreno avrebbe aumentato la disoccupazione e ridotto la produzio– ne. La magistratura del lavoro di Venezia proibf ai datori di lavoro di ridurre i salari in natura, ordinò loro di non ridurre il numero di brac– cianti ai quali erano obbligati a dare lavoro, e accettò il principio che i salari dovessero coprire il minimo necessario per vivere; ma riconobbe che essi erano superiori al costo di tale minimo necessario,1° e li ridusse in misura variabile dal 7,2 al 17,8 per cento. Il quotidiano ufficiale delle or– ganizzazioni sindacali commentò questo trionfo con le seguenti parole: Salutiamo pertanto con giusto orgoglio la sentenza di Venezia, come una conferma della nostra fede che non è venuta meno, nella giustizia sociale del regime. La sentenza della magistratura del lavoro di Venezia (...) ha stabilito che il salario non possa essere inferiore alle normali esigenze di vita del lavoratore, "i·ndz·pendentemente " dalla sua incidenza sul valore lordo della produzione e del risultato economico dell' a– zienda. " 11 Chissà quali altezze l'entusiasmo avrebbe raggiunto se la magistratura del lavoro, invece di ridurre i salari, li avesse aboliti del tutto! Nel luglio 1933 fu la volta dei 30.000 operai impiegati nell'industria serica. Dal 1927 al 1932 i salari di questi operai erano calati del 42 per cento (Lavoro Fascista, 19 gennaio 1932). Nel gennaio 1932, i fabbricanti chiesero che alcune categorie accettassero una ridt1zione salariale variante dal 12 al 30 per cento. I funzionari dei sindacati accettarono una ridu– zione dell'8 per cento (Lavoro Fasci.sta, 2 marzo 1932). In tal modo, rispet– to al livello del 1926, i salari furono ridotti del 50 per cento (Lavoro Fa– scista, 8 luglio 1933). Nel 1933, i datori di lavoro chiesero ulteriori ridu– zioni che, per alcune categorie, sarebbero ammontate al 33 per cento. I funzionari delle organizzazioni sindacali offrirono una riduzione del 10 per cento. Il ministero delle Corporazioni propose in via di compromesso che gli operai accettassero una riduzione del 12 per cento. I funzionari delle organizzazioni sindacali ancora una volta rifiutarono, e la vertenza fu trasmessa alla magistratura del lavoro. La causa fu discussa nei giorni 6, 7, 8 e 11 luglio. I funzionari delle organizzazioni sindacali sostennero che le condizioni dell'industria non giustificavano una riduzione. Secondo L'lndustri°a Lombarda (7 gennaio 1933), nel 1932 l'industria serica aveva distribuito dividendi per il valore di lire 25.000.000 contro lire 4.200.000 nel 1931. (Ma allora perché i funzionari sindacali avevano accettato una ridu– zione del 10 per cento?) Essi chiesero alla magistratura di appurare i fatti relativi alla causa. Essi lamentavano: 10 Secondo D. FERRAR!, How the Corporative State Works in Fascist Italy, in "New York Times Book Review," 13 maggio 1934, p. 9, "tutti i datori di lavoro devono assicurare ai loro dipendenti un salario minimo superiore al costo effettivo della vita." 11 "Lavoro Fascista," 16 dicembre 1931, 9 gennaio 1932 [il corsivo nel testo: N.d.C.]. "L'Operaio Italiano" (settimanale socialista, Parigi), 6 febbraio 1932. 192 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=