Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "sindacalismo" fasci.sta dal 1929 al 1933 tegoria 4, lire 3,36. In media questi lavoratori perdettero dal 20 al 60 per cento dei loro salari, un fatto che sarebbe incredibile se non fosse stato stampato nel quotidiano ufficiale dei sindacati fascisti. In Campania, nel gennaio 1931, le ragazze percepivano lire 4 al giorno. 11 I comandamenti di Mussolini sono rispettati soltanto quando ne fanno le spese i lavoratori. 12 Naturalmente sarebbe stata una iniquità ridurre salari e stipendi senza al tempo stesso ridurre il costo della vita. Perciò Mussolini ingaggiò imme– diatamente altre due "battaglie." I padroni di casa, i quali malgrado gli ordini emanati nel 1927 avevano aumentato gli affitti, ricevettero di nuovo l'ordine di ridurli del 10 per cento; i prezzi al minuto ricevettero di nuovo l'ordine di calare. Ma nel luglio 1934 la Corte di cassazione stabil{ che nessun padrone di casa era obbligato a ridurre gli affitti in ragione di un ordine impartito da Mussolini nel 1930 !1 3 Siffatte riduzioni erano pura– mente facoltative. Le sole riduzioni non facoltative erano quelle salariali. A voler esser giusti, tuttavia, si deve ammettere che a partire dalla seconda metà del 1930, in Italia si ebbe una certa riduzione del costo della vita. Ma questo fenomeno era semplicemente il riflesso di una tendenza mondiale, la quale riguardava anche quegli sfortunati paesi dove non ci si era ancora persuasi a godere la manna del "sindacalismo" fascista. 14 La diminuzione era dovuta alla depressione mondiale e non alla "battaglia" di Mussolini. Non era passato neppure un anno dalle riduzioni dell'autunno 1930, quando il 30 ottobre 1931 il Comitato corporativo centrale sotto la presi– denza di Mussolini annunciò che non era "piu possibile, né utile dal pun– to di vista economico, una ulteriore globale riduzione dei salari nel campo dell'industria"; ma ammetteva però "che vi siano situazioni speciali dove una riduzione dei salari può essere consentita." Quanto ai salari agricoli, si osservava che anch'essi "sono in genere adeguati all'attuale livello econo– mico e non appaiono piu suscettibili di riduzioni, salvo in alcune provincie dove è opportuna una revisione"; in ogni modo le riduzioni salariali de– vono essere stabilite mediante accordi tra le organizzazioni dei datori di lavoro e quelle dei lavoratori, "che contemperino equamente i giusti inte– ressi degli agricoltori e le esigenze vitali dei salariati agricoli. " 15 11 "Giornale dell'Agricoltura della Domenica," 8 marzo 1931. 12 Nel 1928, viaggiando attraverso l'Italia ospite del governo italiano, Edward Corsi trovò che i contadini erano "coloro che traevano i maggiori vantaggi dal governo fascista" ("World," New York, 4 novembre 1928). VILLARI, Italy, cit., p. 289, afferma: " Il sistema sindacale fasci– sta tende ad eguagliare i salari tra le varie parti d'Italia: mentre nel Nord si era già ottenuto un miglioramento molto considerevole e i salari erano comparativamente alti, nel Sud preval– gono condizioni piu primitive e i lavoratori, in linea di massima, sono ancora sfruttati per salari inadeguati. Il fascismo si è messo in opera per sollevare le condizioni del Sud e fare s{ che esse si avvicinino a quelle del piu progressivo Nord." Due anni dopo egli dava assicu– razione all'Institute of Politics del Williams College che: "Le condizioni cli lavoro nelle piu povere ed arretrate zone d'Italia tendono a raggiungere il livello delle zone piu avanzate" (VILLARI, The Bcononzics of Fascism, cit., p. 104). Per queste come per molte altre delle sue affermazioni gli sarebbe stato impossibile produrre una qualsiasi prova. 13 "Lavoro," 29 luglio 1934. 14 INTERNATIONAL LABOUR OFFICE, Year Book: 1932, pp. 407-09; RosENSTOCK-FRANCK, L'économie corporative cit., pp. 360 sgg. 1s "Popolo d'Italia," 31 ottobre 1931. [N.d.C.] 179 Bibloteca Gino Bianco

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