Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asdsmo le riduzioni dovevano essere "non calcolate matematicamente, 11 il che signi– fica che di fatto non si poneva ad esse alcun limite. Parlando al Senato, il 18 dicembre 1930, Mussolini annunciò che la ri– duzione dei salari dei lavoratori agricoli andava da un minimo di dieci ad un massimo di venticinque per cento, "e lo supera anche purché non ne risulti un salario inferiore ad otto lire quotidiane. " 1 In effetti, ecco quel che si legge in Lavoro Agricolo Fascista, 8 marzo 1931: I salari agricoli, specialmente nel periodo invernale, non sono molto alti; in verità essi sono particolarmente [sic] bassi. (...) La cifra piu alta è quella per la provincia di Genova nel mese di gennaio, e ciò dipende dal lavoro speciale, continuo ed assiduo, della floricoltura. Accanto ai lavoratori specializzati in tale lavoro, abbiamo l'umile bracciante di Rovigo, che riceve una media di lire 7,20. Nelle zone del Piemonte dove si impiegano braccianti, la cifra è intorno alle otto lire. In Lombardia i salari per questa categoria di lavoratori vanno da un minimo di 7,20 a Bergamo a 10,40 nelle zone dove si fa largo , uso dei braccianti, mentre in altre provincie le cifre sono un po' piu alte. In Emilia si ha da poco piu di otto a tredici e quattordici lire al giorno; nelle Marche circa nove lire; negli Abruzzi e Molise da sette a dieci lire; in Campania circa otto lire; nelle Puglie da 7,50 a nove lire; in Sicilia da 7,50 a 9,10 e persino lire 11,90; e finalmente in Sardegna circa lire 9,50 al giorno. 8 Nel 1931 c'erano nella provincia di Rovigo famiglie di sei persone, di cui tre salariati, che in un'annata di lavoro riuscivano complessivamente a guadagnare lire 2.289, e altre ancor meno fortunate che racimolavano ap– pena lire 1.266, 9 il che significa che nel primo caso ciascuno dei sei membri della famiglia campava con appena lire 1,05 al giorno o, nel secondo caso, con appena lire 0,62 al giorno. Nel 1931 nella provincia di Mantova un bracciante, lavorando una me– dia di non oltre 160 giorni all'anno, percepiva lire 1.456 all'anno, dovendo pagare "per una modesta, rustica abitazione, 700 lire in media " 10 ; vale a dire che gli rimanevano appena lire 756 per tutte le altre spese di una famiglia. I contratti di lavoro riguardanti i braccianti agricoli della provincia di Foggia, pubblicati nel Lavoro Fascista il 10 febbraio 1931, dividevano la provincia in sette zone, in ciascuna delle quali i lavoratori erano ancora una volta suddivisi in quattro categorie: 1) uomini dai 18 ai 60 anni; 2) giovani dai 16 ai 18 e uomini dai 60 ai 65 anni; 3) donne dai 17 ai 50 e ragazzi dai 14 ai 16 anni; 4) ragazze dai 15 ai 17 e donne oltre i 50 anni. C'erano in tutto 28 categorie, ognuna con la sua quota salariale. Il salario piu alto era assegnato alla prima zona, dove la categoria 1 perce– piva lire 10,80 per una giornata di otto ore; la categoria 2 percepiva lire 8,64; la categoria 3 percepiva lire 5,92; e la categoria 4 lire 4,58 al giorno. I salari piu bassi eran quelli della settima zona, dove la categoria 1 per– cepiva lire 8,40; la categoria 2, lire 6,72; la categoria 3, lire 4,56; e la ca- 178 7 MUSSOLINI, XXIV, p. 320. 8 Cit. trad. 9 "Lavoro Fascista," 14 dicembre 1931. 10 "Lavoro Agricolo Fascista," 25 gennaio e 8 marzo 1931. Bibloteca Gino Bianco

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