Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "sindacalismo" f asdsta dal 1929 al 1933 Quell'antico astrologo che promise al re dell'Egitto di insegnare a par– lare a una capra fu piu prudente di Mussolini, perché chiese non tre ma dieci anni pensando che in tutto quel tempo o lui, o la capra, o il re sa– rebbero morti. In ogni modo, nell'ottobre 1930 la crisi non aveva ancora toccato il fondo. Il 21 gennaio 1932, il presidente della Confindustria dichiarava: "L'anno 1931 (...) si è dimostrato praticamente piu difficile del 1930 essen– do stato contrassegnato da un forte aggravamento della crisi economica. " 3 E la giunta generale del bilancio per l'anno fiscale 1932-33, nell'aprile 1932 affermava: Allo stato attuale delle cose è necessario però constatare la dura realtà: anche per l'Italia la crisi è diventata piu grave, piu estesa, piu crudele. (...) La situazione attuale [ è] notevolmente aggravata in confronto di quella che ci era data di rilevare or sono dodici mesi. (...) Abbiamo indicato nella prima parte di questa relazione come la contrazione del reddito nazionale sia calcolata per gli Stati Uniti d'America sul 33 per cento. Noi riteniamo che il reddito nazionale italiano ( ...) possa considerarsi globalmente ridotto in eguale misura. 4 Questo turbine economico colpi l'Italia proprio mentre si stava ri– prendendo dopo la tempesta della rivalutazione della lira. La catastrofe che si abbatté sul resto del mondo nel 1929, si sovrappose in Italia a una crisi "privata," provocata dalla rivalutazione della lira, per la quale il popolo italiano non deve ringraziare altri che Mussolini. Come Field ha affermato nella New Repuhlic, il 16 maggio 1934, "in Italia la crisi è durata otto anni, mentre negli altri paesi è durata quattro. 115 Un rimedio al nuovo disastro fu facile a trovarsi: una nuova riduzione salariale. Nel novembre 1930, perciò, le confederazioni di datori di lavoro e prestatori d'opera dettero una nuova prova di "collaborazione di classe" concordando una riduzione salariale dall'8 al 10 per cento nell'industria e dal 15 al 20 per cento nell'agricoltura. 6 Le "istruzioni" inviate dalla confederazione agricoltori alle sue sezioni locali, e pubblicate nel Lavoro di Genova il 6 dicembre 1930, sottolineavano che in alcuni casi le percen– tuali potevano avere "qualche punta oltre il 20 per cento." I nuovi salari si riferivano soltanto "alle categorie di lavoratori con capacità lavorativa al 100 per 100 (piena efficienza lavorativa)"; tale efficienza e la corrispondente classe di salario era determinata caso per caso dal datore di lavoro. Inoltre 3 "Industria! and Labour Information," 8 febbraio 1932, p. 132. [Il testo originale qui cit. in "Corriere della Sera," 22 gennaio 1932: N.d.C.] 4 Relazione della giunta generale del bilancio sul disegno di legge del ministro delle Fi– nanze, presentata il 29 aprile 1932: A. P., Camera, Legislatura XXVIII, Disegni di legge e re– lazioni, vol. XVI, doc. n. 1209-A, pp. 13, 24, 27. 5 B. J. FIELD, Italy Confronts the Crisis, in " New Republic, 11 16 maggio 1934. 6 I documenti riguardanti questa nuova "battaglia" si trovano in "Industria! and Labour Information," 15 novembre 1930, p. 404; 8 dicembre 1930, p. 397; 29 dicembre 1930, p. 461. Nella sua relazione, The Economie Conditions in Italy, giugno 1931, p. 16, l'addetto commer– ciale britannico a Roma accennò soltanto ad un "movimento in favore di una riduzione di certi salari agricoli dell'8 per cento." Nella relazione del settembre 1932, p. 14, questa errata asserzione assunse la seguente forma: "I salari, dopo essere rimasti quasi costanti nominal– mente dal 1925 sino all'autunno del 1930, nel dicembre di quell'anno furono generalmente ridot– ti dell' 8 per cento." 177 Bibloteca Gino Bianco

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