Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Prefazione del curatore critica viene invece artatamente deformata, ne segue che l'azione poli·– tica risulterà priva del suo insostituibile strumento di orientamento. La polemica di Salvemini, perciò, e la sua denuncia del "tradimento" degli in– tellettuali·, corrispondono a una precisa necessità politi·ca. Se dal si·gnificato della polemica di Salvemini· passi·amo a considerare le risultanze documentarie dell'opera, si vedrà come nel concreto esame dei rapporti tra capi.tale e lavoro nell'Italia fasci.sta questo studio abbia rag– giunto a suo tempo conclusioni che rimangono ancora pienamente valide. L'opera è strutturata in tre parti. A sua volta, la prima di· queste parti ana– lizza due temi: 1:lsindacali·smo fascista, e le cosiddette istituz1:oni corpora– ti·ve. Del sindacalz·smo fascista Salvemini coglie molto preci·samente come esso nasca da una sopraffazi·one, cioè dalla distruzione violenta delle pre– cedenti organizzazioni si·ndacali, alle quali, dopo aver reso impossibile la vz·ta di fatto, gradualmente, dopo la conquista del potere, si· impedz.rà l'esistenza anche sul terreno legale. Questa considerazione delle ori·gini del sindacalismo fasci.sta, dalla brutale reazione antisindacale dello squadri·smo, è importante, perché essa permette di intendere quello che ne rimarrà uno dei· caratteri permanenti, cz·oè la estranez.tà verso di· esso delle masse lavora– trici. Tale estraneità è formalmente sanzz·onata dalla struttura centra– lizzata e gerarchica dei sindacati·, secondo la quale, i· dirigenti sindacali di ogni grado non deri·vano il loro uffici·o dalla libera scelta dei· lavora– tori bensf, sono i·nvestit1:dal partito al potere, ri·manendo perc1:òla poli.tica sindacale al di fuori di ogni effetti·vo controllo degli organizzati. Perci·ò, in– dipendentemente da ogni considerazione d1:merz·to, Salvemi·ni può ben con– cludere che "nelle organizzazi·on1: legali fasciste l 'autori.tà di cui gode la massa degli i·scritti non è maggz·ore di· quella di cui godono gli animali nella società per la loro protez·ione. 1116 Tuttavia, se ciò vale per i lavoratori, egli metteva già chi"aramente i·n luce che altrettanto non può dz·rsi per i datori di lavoro, i quali - almeno per quanto riguarda le maggiori imprese - mantenevano sempre i"l pieno controllo delle loro organi·zzazi·oni·, al cui ·interno i·z pri·ncipi·o di una effetti·va rappresentatività aveva pi·ena appli·ca– zione. Passando poi ad esami·nare i·z contenuto dello "Stato corporativo 11 Salvemini mette i·n opera tutta la propri·a sferzante 1:ronia mostrando co– me, dietro una cortina di reboanti· parole, lo "Stato corporativo 11 non sia mai esi·stz·to.Anche quando, nel gennaio 1934, si arrz·vò finalmente alla costituzione forma le delle corporazioni, né il meccanismo previ.sto era effettivamente tale da modificare la sostanza de1: rapporti· si·no allora i·ntercorsi tra capitale e lavoro, né esisteva comunque la volontà poli.ti.ca per una correzi·one di tali rapporti· a favore dei lavoratori·. In realtà, dun– que - come Salvemini puntualmente espone nei capp. XV e XVI - la cosiddetta ri·voluzi·one soci·ale di· Mussolini altro non era che una truffa, una vuota ripetizione di quelle formule magiche attraverso le quali egli coltivava l'arte di ingannare il suo pubbli·co. Ma ciò non si·gni'fica che 16 Cfr. p. 65 in questo volume. xv Bibloteca Gino Bianco

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