Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "sindacalismo" fascz'sta dal 1926 al 1929 relativamente lieve del costo della vita, di fronte alla riduzione dei guadagni operai in conseguenza della forzata diminuzione delle ore di lavoro, non si poteva per ora richie .. dere agli operai sacrifici maggiori. 22 Il momento dei sacrifici maggiori giunse il 3 ottobre 1927, quando il direttorio nazionale del Partito fascista emise il seguente comunicato: A Palazzo Viminale, ieri alle ore 11 si è riunito, sotto la presidenza di S.E. Benito Mussolini, capo del governo e Duce del fascismo, il direttorio del Partito. ( ...) Il segre .. tario generale del Partito ha comunicato che i datori di lavoro hanno prospettato la necessità di una riduzione delle paghe per poter adeguare i costi di produzione a quota 90 ( ...). Il Duce ha fatto un'ampia ed importante illustrazione della politica economico– finanziaria del governo e ( ...) ha affidato all'on. Turati il compito di comunicare ( ...) la linea da seguirsi e le disposizioni da attuare. Secondo tali disposizioni, l'esame delle varie richieste dovrà essere effettuato provincialmente dai comitati intersindacali, secondo le istruzioni che riceveranno dal ministero delle Corporazioni e dal segretario generale del Partito. Le ulteriori riduzioni variabili da industria a industria e da provincia a pro– vincia, non potranno essere inferiori al 10 per cento e non superiori al 20 per cento, perché nel primo caso non si adeguerebbero e nel secondo caso supererebbero le variazioni del costo della vita. 23 A questo punto sorse un dubbio: questa riduzione doveva sommarsi alla precedente del 1naggio 1927, che era stata in media del 10 per cento? Il direttorio nazionale del Partito fascista, il 6 ottobre 1927, risolse il pro– blema nel seguente modo: La nuova riduzione non potrà, aggiungendosi alle precedenti, oltrepassare l'aliquota massima stabilita nell'ultima deliberazione, cioè il 20 per cento. Vale a dire (...) che se le riduzioni furono del 10 per cento, la nuova non potrà essere superiore al 10 per cento. 24 Ma il giorno dopo un altro comunicato ufficiale annunciò che era an– che previsto il caso "in cui, per le specialissime condizioni dell'industria, sia indispensabile oltrepassare tale limite" (del 20 per cento ). 25 Il compito di attuare tali riduzioni, secondo le istruzioni che saranno emanate dal mi– nistero delle Corporazioni e dal segretario generale del partito, era affi– dato ai comitati locali. Dopo questi spietati salassi del 1927 e 1928, il 1° agosto 1928 Musso– lini annunciò solennemente che non sarebbe avvenuta nessun'altra riduzio– ne.26Ma del tutto incuranti degli ordini del Duce, i salari continuarono a scendere. Dal 1928 al 1929 i salari dei portuali calarono del 24 per cento 22 "Popolo d'Italia," 9 luglio 1927. 23 "Corriere della Sera," 4 ottobre 1927. [N.d.C.] 2 4 Ibidem, 7 ottobre 1927. [N.d.C.] 25 Ibidem, 8 ottobre 1927. Cfr. "Industria! and Labour Information," 31 ottobre 1927, pp. 143-45. Parlando a Trieste il 30 giugno 1929, il segretario generale del partito esortò i "nostri camerati" datori di lavoro a non dimenticare che "un anno e mezzo prima il fascismo aveva ordinato una riduzione salariale di un decimo, e poi di un altro decimo" (cit. trad.). 26 "Corriere della Sera," 4 agosto 1928, e "Industria! and Labour Information," 20 agosto 1928, p. 195. Parlando nel 1928 alla English Summer School, Villari affermò che "c'è stata una temporanea riduzione salariale, ma questa adesso volge al termine" ("Sutton Coldfield News," 11 agosto 1928). 173 Bibloteca Gino Bianco

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