Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo era previsto che esse sarebbero state eliminate del tutto nel giugno 1930. Il risultato fu che gli affitti aumentarono enormemente, e in seguito a ciò Mussolini fu portato alle stelle non solo dai padroni di casa, ma dalla stam– pa italiana e straniera perché, consentendo un au1nento degli affitti, aveva reso possibile la costruzione di nuove case. Tuttavia il malcontento era assai diffuso sia tra i dipendenti pubblici che tra gli operai. Avendo ridot– to salari e stipendi con la promessa di una prossima diminuzione del co– sto della vita, il 14 giugno 1927 Mussolini decretò che gli affitti non pote– vano superare di quattro volte il costo di prima della guerra. 19 Questa volta gli stessi giornali glorificarono Mussolini che aveva avuto pietà dei poveri riducendo i loro affitti, mentre i padroni di casa si consolavano pensando che dopo tutto nel 1927 gli affitti erano ancora assai piu alti di quelli del 1922. In base a tale decreto spettava ai pretori risolvere le cause in materia di affitto tra padroni di casa e affittuari. In un mese e mezzo nella sola città di Milano trentamila affittuari ricorsero ai pretori. 20 Al tempo stesso, il governo autorizzò i comuni a fissare il prezzo dei piu importanti generi di consumo. Per rendere tale "battaglia" piu effi– cace, il partito istitui per ciascuna provincia un "comitato intersindacale" formato dai segretari delle associazioni provinciali dei datori di lavoro e dei sindacati provinciali di prestatori d'opera, e presieduto dal segretario provinciale del partito; un "comitato centrale intersindacale," presieduto dal segretario generale del partito, fu creato a Roma. Questi comitati avreb– bero dovuto spezzare le reni ai prezzi riottosi e costringerli a calare. Gli affitti in qualche misura obbedirono, ma i prezzi al minuto continuarono ad andare per la loro strada. 21 Nel frattempo i datori di lavoro arrivarono alla conclusione che le "spontanee" riduzioni salariali del maggio 1927 non bastavano. Il presi– dente della confederazione dell'industria, Benni, disse: Quanto alle paghe operaie, esse non hanno certo avuto una riduzione corrispon– dente alla rivalutazione della lira; non la potevano avere, perché di fronte alla riduzione 19 Ibidem, 12 settembre 1927, p. 341. 2 0 "Corriere della Sera,,, 31 luglio 1927. 21 RosENSTOCK-FRANCK, L' économie corporative cit., p. 359. Un ammiratore del regime fasci– sta, AILLAUD, The Growtb of Corporations in Italy, cit., pp. 664-65, scriveva: "Come al solito quest'ultimo provvedimento non produsse gli effetti desiderati. L'opera è ancora in corso. Non è facile appurare sino a che punto i risultati ottenuti fino ad ora possano considerarsi una con– seguenza di esso." Coloro che vivevano in Italia non si accorsero di alcun risultato e quindi non sentirono il bisogno di chiedersi se quel risultato fosse la conseguenza dell'opera dei comitati creati nel 1927. Il "Lavoro d'Italia," organo ufficiale dei sindacati fascisti, 8 luglio 1927, esaminando i prezzi correnti a Genova, affermò che non si era avuta nessuna effettiva di– minuzione, ma piuttosto un aumento: "In complesso [ ... ] dopo tre mesi di lotte [?], dopo tanti fiumi di inchiostro sparsi, dopo tante tonnellate di proteste, dopo altre svariate tonnellate di promesse da parte degli esercenti, nulla ancora si è fatto e, continuando cosf, nulla mai si farà." G. BOITAI, La Carta del lavot'o, in La civiltà fascista cit., p. 387, ammetteva nel 1928 che "l'adeguazione dei salari, dei costi e dei prezzi alla politica di rivalutazione della moneta nazionale" non era stata "completa e perfetta." Nell'autunno del 1930, allorché fu lanciata una nuova offensiva contro i recalcitranti prezzi, il "Regime Fascista,,, 25 novembre 1930, scriveva: "Vogliamo quindi augurarci che il ribasso del costo della vita non sia - come già altre volte è accaduto - la solita fiamm1 che, immediatamente accesa, tosto si spegne." MITZAKIS, op. cit., p. 101, scrive: "In generale i nuovi sacrifici richiesti furono corrisposti, anche quando le dimi~ nuzioni salariali non erano giustificate da una riduzione nel costo della vita, poiché i prezzi al minuto di molti prodotti rimasero impervi ad ogni provvedi:nento mirante ad abbassarli." 172 BiblotecaGino Bianco

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