Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo 1922, dovuta soprattutto al cattivo raccolto di quell'anno. Salendo al po– tere nell'ottobre 1922, Mussolini trovò la lira a 23,9. Ne fece risalire il valore a 21,8 nel 1923; ma di nuovo la svalutò a 22,9 nel 1924, a 25 nel 1925, a 25,4 nella prima metà del 1926, a 30,5 nell'agosto 1926. Solo a questo punto si rese conto della necessità di salvare la lira dalla rovina. Ridusse di colpo la moneta in circolazione, permise alle industrie private di contrarre nuovi prestiti sul mercato americano, e in tal modo rivalutò bruscamente la lira a 17,2 nel giugno 1927, e finalmente nel dicembre 1927 la fissò rispetto al dollaro a quota 19,10. Questa violenta rivaluta– zione produsse una grave crisi in tutti i settori della vita economica ita– liana. In un discorso, il 9 ottobre 1927, Mussolini ammetteva francamente: La crisi c'è stata. La crisi è stata grave. La crisi era fatale, poiché era in relazione con la politica monetaria voluta ed attuata dal regime e della quale il regime assume in pieno - duramente - tutta la responsabilità. (...) A che punto è la crisi? È mia .. convinzione che il punto culminante sia sorpassato. 10 Il peggio era tutt'altro che passato. In un altro discorso, il 22 giu– gno 1928, Mussolini ripeteva: "Io credo che siano già in atto gli elementi risolutivi della crisi. " 11 E 1'8 dicembre 1928 dava la segue11te assicurazio-– ne: "Dal punto di vista finanziario siamo usciti dalla perigliosa navigazio– ne: siamo nel periodo della piena convalescenza. "u In effetti durante il 1929 c'erano segni che un riassetto degli affari in linea con il valore fis– sato per la lira era in via di attuazione, e che le difficoltà dei due anni precedenti andavano diminuendo. Ma nell'ottobre 1929 sopravvenne il crol– lo di Wali Street. Quale linea di azione fu seguita dal sindacalismo di Mussolini duran– te gli anni 1927-29? Nei mesi di marzo e aprile 1927 la stampa condusse una campagna per dimostrare che, in seguito alla politica di rivalutazione della lira ini– ziata nell'agosto 1926, il costo della vita doveva scendere e che lo Stato fa– scista lo avrebbe fatto scendere. Il 2 maggio 1927 i funzionari dei sinda– cati lavoratori agricoli in provincia di Brescia si riunirono alla presenza di Augusto Tt1rati, segretario generale del Partito fascista. Turati pronun– ciò un discorso fumoso arrivando alla conclusione che la rivalutazione della lira non aveva prodotto il calo previsto nei prezzi al minuto, perché i da– tori di lavoro nel settore agricolo non avevano ancora potuto ridurre i sa– lari: "Occorre esaminare serenamente la situazione e convenire che allo stato delle cose sono necessari sacrifici da parte di tutti.,, Dopo che Tu– rati se ne fu andato in mezzo agli applausi, il segretario del sindacato provinciale lavoratori agricoli lesse una mozione con la quale i lavoratori 10 MUSSOLINI, XXIII, pp. 32-33. 11 Ibidem, p. 195. 12 Ibidem, p. 270. Di questa crisi, naturalmente, i "propagandisti" non fecero parola. Per una rassegna delle falsità con cui Villari si sforzò di dimostrare che dal 1927 al 1929 non c'era stata alcuna crisi, si vedano i numeri dell'aprile 1929 e del settembre-ottobre 1932 della rivista mensile "Italy To-day" (London, Henderson). 170 Bibloteca Gino Bianco

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