Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Il "sindacalt°smo" fasci.stadal 1926 al 1929 che redigono i contratti collettivi. 5 Di conseguenza il numero dei contratti collettivi è aumentato enormemente. Secondo t1n annuncio ufficiale pubbli– cato nei giornali il 31 marzo 1933, alla fine di dicembre del 1932 erano stati conclusi 566 contratti nazionali e 10.026 contratti locali. 6 Queste cifre sono presentate come prova dello spirito di "cooperazione" che anima sotto il "sindacalismo" fascista sia le classi dei datori di lavoro che quelle dei lavoratori. Ciò che conta, tuttavia, non è se il numero dei contratti aumenti o diminuisca, ma se i nuovi contratti alzano o abbassano i salari. 7 Erano appena passati tre mesi dall'entrata in vigore della legge 3 apri– le 1926 quando, il 30 giugno 1926, Mussolini concesse ai datori di lavoro la facoltà di aumentare la giornata lavorativa da otto a nove ore. In una intervista al Daily Mail il 2 luglio 1926, dichiarò: Soltanto in quelle industrie che sono piu soggette alla concorrenza straniera, come per esempio l'industria tessile, sarà necessaria un'ora di piu di lavoro alla quota ordi– naria di salario. Nelle industrie piu prosperose, invece, io vigilerò perché la paga per l'ora di piu di lavoro sia fissata per mezzo di negoziati tra gli organizzatori rappresen– :anti i datori di lavoro e gli operai. 8 Tutti i segretari delle organizzazioni sindacali gli inviarono telegram– mi dove si dichiarava che gli operai si consideravano fortunati di poter fare questo lieto sacrificio per il loro paese. Tre contadini che a Oria, in provincia di Lecce, fecero circolare un manifestino contro la giornata di nove ore, furono condannati a pene detentive varianti da quattro anni e • • • • • 9 sei mesi a cinque anni e sette mesi. Un mese dopo, nell'agosto 1926, Mussolini si gettava nella "battaglia" per la rivalutazione della lira. Nel dicembre 1920 la lira era caduta ri– spetto al dollaro a 28,5; durante gli ultimi ministeri prefascisti era stata cautamente e lentamente rivalutata sino a una media di 20,15 rispetto al dollaro nella prima metà del 1922. Ma ci fu una ricaduta nell'estate del 5 Un solo mestiere rimane ancora nell'ambito del laissez /aire, senza sindacati, senza con– tratti collettivi, senza segretari, e senza quote annuali, quello delle prostitute. Esse pagano direttamente al governo una tassa sulle case di tolleranza, introdotta nel 1928, che varia da 5.000 a 20.000 lire l'anno, secondo la popolazione della città. 6 Secondo le notizie fomite dal sottosegretario alle Corporazioni Biagi, pubblicate nel "Corriere della Sera," 14 febbraio 1934, sino a tutto il 1933 si erano avuti 486 contratti na– zionali e 6.258 contratti locali. Le statistiche fasciste sono sempre un po' volubili! 7 CLOUGH, art. cit., p. 304, sostiene che il gran numero di contratti è "un segno del no– tevole progresso che si è avuto nel portare a termine contratti di lavoro soddisfacenti tra le due classi." Sembrerebbe, allora, che non il contenuto dei contratti ma il loro numero debba valere come indice del valore dei contratti stessi. Allo stesso modo, cento colpi di frusta do– vrebbero senza dubbio preferirsi ad uno, sia da p~rte di chi li amministra che da parte di chi li riceve. 8 "Industria! and Labour Information," 5 luglio 1926, p. 2; 19 luglio 1926, p. 104; 23 agosto 1926, p. 276. [Il testo originale qui cit. in MussoLINI, XXII, p. 170: N.d.C.] 9 "Corriere della Sera,'' 28 e 29 luglio 1926. Uno dei "propagandisti" in America scris– se: "Non fa meraviglia che gli stessi lavoratori abbiano suggerito che si provasse ad adottare la giornata di nove ore con la paga di otto ore, laddove questa ora addizionale poteva riusci– re utile nell'agricoltura o nell'industria. Ed è importante osservare che la nona ora aggiunta fu offerta volontariamente dai lavoratori stessi come loro contributo per aiutare la nazione a risolvere i suoi problemi. In Italia il lavoro non rumoreggia insensatamente per ottenere au– menti salariali, ma cerca invece di contribuire per ridurre il costo della vita" (J. P. RoE, Mus– solini' s Fourtb Year, in "Il Carroccio," New York, gennaio 1927). 169 Bibloteca Gino Bianco

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