Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo sano tranquillamente dalla segreteria di un'associazione di lavoratori a quel– la di un'organizzazione di datori di lavoro, come certi avvocati ugualmente pronti a sostenere in qualsiasi causa la difesa o l'accusa. Nell'agosto 1930, il Lavoro Fascista deplorò il fatto "che certi organizzatori siano passati, e che altri continuino a farlo, da una parte all'altra, sorprendendo e diso– rientando gli operai. " 9 Nell'autunno del 1932, il segretario della federazione nazionale dei macellai era un architetto, quello dei conciatori un medico, quello dei metallurgici un ex-bottegaio. 1 ° Klinger, che nel 1930 era com– missario governativo della Confederazione sindacati industriali, oggi è uno dei dirigenti in una società esercente linee aeree. Il 27 aprile 1934, in una riunione di alti funzionari della Confedera– zione commercianti, "il commissario [vedi sopra, p. 26] dichiarò che da ora in avanti si dovevano compilare e tenere aggiornate le statistiche dei movimenti salariali. Inoltre si doveva redarre un elenco dei contratti di lavoro e dei salari concordati. " 11 Nell'aprile del 1934, quindi, dopo che ir sindacalismo fascista era stato all'opera per otto anni, c'era ancora almeno una confederazione che non aveva sino a quel momento sentito il bisogno di compilare statistiche salariali o di registrare sistematicamente quei con– tratti che la stessa confederazione aveva concluso o approvato. Il 30 agosto 1934, il londinese Daily Telegraph, che tenne un atteggia– mento .favorevole al governo italiano sino a quando l'intesa italo-britannica non si ruppe a causa della questione etiopica, annunciò che Mussolini si era incontrato con alcuni vecchi socialisti attualmente fuori della politica, e aveva insistito perché entrassero nel Partito fascista in considerazione del fatto che le organizzazioni sindacali avevano bisogno di dirigenti capaci, nei quali egli, Mussolini, potesse avere fiducia e che godessero al tempo stesso la fiducia dei lavoratori. 12 L'Agenzia Stefani negò che tale incontro avesse mai avuto luogo. Ma il Regime Fascz·sta di Cremona aveva già pubblicato la notizia in Italia senza essere smentito. In ogni modo una cosa è certa: e cioè che l'autore filofascista della corrispondenza al filofascista giornale inglese era convinto che ancora nel dodicesimo anno dell'era fascista le orga– nizzazioni sindacali fasciste avevano bisogno di dirigenti capaci, nei quali e Mussolini e i lavoratori potessero avere fiducia. 9 Cit. in RoSENSTOCK-FRANCK, op. cit., p. 97. [Ma si riporta il testo originale da "Il La– voro Fascista," 23 agosto 1930: N.d.C.]. 10 Notizie ottenute dall'autore personalmente. Nel 1933 il giornalista francese R. FRANCQ Corporations et Vie Sociale, in "Vu" (Parigi), 9 agosto 1933, p. 1186, scoperse tra i funzio– nari sindacali '' professori, avvocati, dottori" e persino "alcuni lavoratori, specialmente nelle organizzazioni locali," dove, come abbiamo visto, i funzionari non hanno nessuna effettiva au– torità. Egli giustificò questo fatto in base a due considerazioni: 1) "durante il periodo rivolu– zionario che non è ancora finito" è naturale che "l'intero apparato sindacale" sia sotto il con– trollo del Partito fascista (ma non dice quanti decenni dovranno passare prima che il periodo rivoluzionario sia finito); 2) "la direzione delle confederazioni richiede una conoscenza gene– rale che il semplice lavoratore raramente possiede. 11 E aggiunge: "In ogni modo, tutti i fun– zionari sono eletti. ,, 11 Cit- trad. 12 Nel testo dell'edizione tradotta da A. Schiavi è stata aggiunta a questo punto (p. 185) la seguente nota: "Si tratta del colloquio fra Caldara e Mussolini di cui si parla nell'Avverti– mento introduttivo di questo libro." Ma di fatto la Avvertenza dell'editore ·(pp. rx-xr) non contiene a questo proposito alcun riferimento. [N.d.C.] 158 Bibloteca Gino Bianco

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