Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo In una parola la legge realizza la concezione per cui la corporazione fu definita lo strumento dell'autodisciplina organica della produzione. 16 "Per la prima volta nella storia dell'economia moderna, i lavoratori prendono (...) parte attiva alla direzione della vita economica di cui sono i principali fattori. " 11 "Nell'antichità il lavoro è prevalente opera dello schiavo che non è giuridicamente né persona né cosa; nella concezione del liberalismo giuri– dico pure il lavoro è un bene economico non diverso dagli altri beni; nella concezione fascista oltre e di sopra di ciò è manifestazione della personalità umana, attuazione di un principio etico e civile. ' 118 Volete un quadro del lavoratore italiano, non come sarà quando la corporazione lo avrà trasformato da oggetto in soggetto, ma come lo ha già trasformato quella corporazione che ancora non esisteva? Odon Por, nella rivista New Britain, 17 gennaio 1934, ha dipinto per voi il suo ritratto: L'azione corporativa è una grande funzione spirituale. Essa dà al produttore una_ nuova condizione spirituale e conferisce al suo lavoro un nuovo significato. Il suo punto di vista cambia, la sua opera assume un valore, diventa una funzione pubblica. Di ogni cosa che faccia o produca non solo se ne considera il valore immediato e gli indispen– sabili interessi immediati, ma sorge spontanea la domanda se è fatta o no nel pubblico interesse. L'individuo diviene permeato di pubbliche responsabilità. La coscienza corpo– rativa, dinamica e costruttiva, lo spinge avanti; egli cerca la sua affermazione nei compiti sociali, oltre i ristretti limiti del suo lavoro quotidiano, anche se questo stesso lavoro quo– tidiano può essere considerato come un compito sociale. La vera azione corporativa è nata e si sviluppa da un bisogno spirituale: è un'azione nella quale la motivazione individuale del profitto è uno dei fattori minori e spesso un impaccio. L'atteggiamento e lo spirito corporativo sono quelli dell'uomo dell'avvenire. Volete comprendere il tragico errore del liberalismo? Ve lo spiega Bot– tai. Lo Stato liberale "garantiva alle classi lavoratrici i diritti politici senza garantire loro l'uguaglianza rispetto al diritto civile. " 19 Ovviamente fu per porre fine a tale tragico errore che in Italia la dittatura fascista abolf i diritti politici mettendoli cosf sullo stesso piano dei diritti civili. Ma se questo è ciò che pensate, siete in errore. Il sottosegretario alle Corporazioni, Biagi, par– lando a Ginevra il 24 giugno 1933 all'Ufficio internazionale del lavoro, affermò: "La parità di diritti del lavoro non è soltanto un'affermazione di alto valore morale sociale e politico, ma è una costante pratica del regime fascista. (...) L'Italia ha attuato per prima nel mondo un sistema sindacale e corporativo che ha posto, sul terreno della parità, capitale e lavoro. 1120 Nella corporazione i rappresentanti dei datori di lavoro e quelli dei prestatori d'opera renderanno noti i loro bisogni immediati, ma saranno uomini corporativi, considereranno le questioni da un punto di vista tee- 16 Relazione cit. (cfr. sopra n. 8) sul disegno di legge sulla costituzione e funzioni delle Corporazioni. 17 Dichiarazione del delegato italiano Cianetti alla sessione dell'Ufficio internazionale del lavoro, il 15 giugno 1934 [" Corriere della Sera," 16 giugno 1934: N.d.C.]. 18 Discorso del procuratore generale della Corte di Cassazione, Longhi, in "Corriere della Sera," 30 ottobre 1934. 19 G. BOTTAI, The Corporative State, in What is Fascism and Why?, edited by T. Sillani, London, Benn, 1931, p. 31. 20 "Corriere della Sera," 25 giugno 1933. 130 Bibloteca Gino Bianco

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