Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo corporativa"; egli si comporta "secondo i principii fondamentali della Carta del lavoro," e a differenza dell'" homo reconomicus," è "dotato del senti– mento dell'interesse superiore della collettività a cui appartiene. " 4 Quando si sia dotati di una "coscienza corporativa," ciò significa "sentire che, in ogni atto della nostra vita di italiani, è presente l'Italia; che ogni nostro atto è condizionato all'interesse della Patria. " 5 L'uomo corporativo agisce liberamente, ma la sua libertà è ispirata e guidata dall'interesse generale. Ove la sua coscienza corporativa fallisca, le leggi dello Stato corporativo inter– vengono a rimetterlo sulla retta strada. 6 Stabilito questo postulato, i "pensatori" fascisti si chiedono in che modo l'uomo corporativo agirà rispetto a particolari problemi della vita indi– viduale e collettiva e, passando dalla deduzione all'induzione, costruiscono logicamente la nuova società corporativa. La società corporativa rispetta la proprietà privata e affida la direzione della produzione e la responsabilità degli affari economici alla iniziativa individuale. Ma essa intende che l'ini- , ziativa individuale non abusi della sua libertà e che la proprietà privata serva non all'egoismo del proprietario, ma al benessere della comunità e al potere dello Stato. La molla del sistema capitalistico è il profitto individuale. Nel sistema corporativo la molla è il pubblico interesse. La strttttura giuri– dica del capitalismo produce l'antagonismo tra le classi. Quella del corpora– tivismo genera la cooperazione. I moventi dell'atto economico, il contorno legale in cui l'atto economico ha luogo, e gli effetti dell'atto economico, sono trasformati. Per quanto riguarda la produzione, il sistema fascista mira a mantenere l'iniziativa individuale senza permetterle di arrivare a degli eccessi. I benefici effetti della libera concorrenza sono mantenuti, e se un industriale riesce a migliorare i propri metodi, nien– te gli impedisce di godere il vantaggio del suo successo. Il governo, tuttavia, sarà sempre pronto ad intervenire nei casi di concorrenza rovinosa. Il sistema fascista di produzione, perciò, è basato su una curiosa mescolanza di individualismo e intervento dello Stato. 7 In quanto rispetta la proprietà privata e l'iniziativa individuale, la nuo– va scienza respinge gli errori del comunismo. In quanto subordina la proprietà privata e l'iniziativa individuale alla prosperita di tutta la comunità, essa ripudia l'individualismo. Ma essa eredita tutto quanto di vero è contenuto 4 M. FASIANI, Contributo alla teoria dell'"uomo corporativo," in ''Studi Sassaresi,'' 15 gennaio 1933, p. 326. • 5 A. SERPIERI, Problemi della terra nell'economia corporativa, Roma, Diritti del Lavoro, 1929, p. 61. Serpieri è uno dei pochi fascisti che hanno studiato attentamente la sociologia di Pareto e ne hanno completamente assimilato i principii: da Pareto ha imparato che "nei fatti, con o senza suffragio universale, governa sempre un'oligarchia, una minoranza, una classe cli governo, un'élite, o come altrimenti si voglia chiamare; che essa acquista e si mantie~ al governo con la forza e col consenso, misti in varia proporzione; che al con– senso contribuisce sempre l'uso dell'astuzia" (A. SERPrERI, La politica agraria in Italia e i recenti provvedimenti legislativi, Piacenza, Federazione Italiana dei Consorzi Agrari, 1925, p. 51). Dobbiamo forse credere che la sua "coscienza corporativa" non sia altro che uno dei molti trucchi per contribuire al consenso con l'uso dell'astuzia? 6 L'inventore di queste pagliacciate era Gino Arias, professore di economia all'Università di Firenze. Cfr. G. ARIAS, L'economia nazionale corporativa: commento alla Carta del lavoro, Roma, Libreria del Littorio, 1929. 7 EINZIG, op. cit., p. 45. 126 BiblotecaGino Bianco

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