Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La grande truffa era perfettamente informato sui miracoli che le non ancora esistenti cor– porazioni stavano facendo in Italia: Lo Stato corporativo è un nuovo tipo di sistema costituzionale nel quale datori di lavoro e prestatori d'opera, riuniti in corporazioni nazionali miste, hanno un ruolo pre– dominante nel governo del paese. Si tratta di un nuovo genere di democrazia rispetto al sistema democratico parlamentare (p. 25). Nel quadro del sistema si è sviluppato un sentimento di solidarietà tra gli interessi dei vari gruppi apparentemente contrastanti (p. 30). Nell'Italia fascista cartelli e trusts non sono incoraggiati. Nella misura in cui sono tollerati, essi sono posti sotto il controllo delle corporazioni in modo da coordinare le loro attività con il funzionamento generale del sistema (p. 35). I datori di lavoro hanno dovuto cedere ai loro dipendenti una larga percentuale dei loro profitti (p. 60). Il governo italiano esercita una forte influenza sulle banche attraverso la mediazione delle corpora– zioni. In pratica le decisioni della corporazione delle banche e delle società di assicura .. zione sono atti legislativi che ogni banca è tenuta a rispettare (p. 86). L'intervento del governo assume sempre piu l'aspetto di un'attività normativa mediante le corporazioni stesse. Si ha l'impressione che i produttori, come ogni altro settore della società italiana, trovino l'obbedienza sempre meno sgradevole. Non c'è felicità maggiore al mondo che quella di voler fare quanto dobbiamo fare in ogni modo (pp. 45-46). I miracoli che le inesistenti corporazioni andavano facendo nel 1932 non erano niente al confronto di quelli che riusciranno a fare nel futuro. Il dottor Einzig era convinto che solo una economia pianificata avrebbe potuto salvare il mondo dalla rovina, a condizione, naturalmente, che questa piani– ficazione fosse fatta "sotto la guida delle persone giuste e nel modo giusto" (p. 123). In Italia una "pianificazione scientifica" non si era ancora delibe– ratamente adottata; ma esisteva nel meccanismo del sistema corporativo una '' pianificazione subconscia" (p. 33); e la conclusione logica dello Stato cor– porativo sarebbe la instaurazione di un sistema economico pianificato (p. 27). A quali sublimi altezze non si solleverà mai lo Stato corporativo il giorno che passerà da una pianificazione s·ubconscia ad una scientifica? Nel Gi·ornale degli· Economisti, aprile 1933, un collaboratore trovò stra– no che "la creazione dello Stato corporativo sia attribuita a Rossoni, senza che sia mai fatto il nome di Giuseppe Bottai. " 6 Nel numero di maggio (p. 382), la rivista pubblicò una rettifica del capo dell'ufficio stampa di Musso– lini, in cui si diceva: "Si prega rilevare che l'ordinamento corporativo, prima che da S.E. Rossoni e da S·.E. Bottai, ha avuto origine dal pensiero politico e dalla volontà del Duce." Lo scrittore che, come al solito, supera tutti gli altri a questo riguardo è Goad. Nel 1932 egli riteneva che il sistema corporativo avesse raggiunto completezza e perfezione con la costituzione del Consiglio nazionale delle corporazioni e delle sue sezioni. Erano queste le corporazioni di cui si faceva tanto parlare: Le confederazioni furono riunite insieme a coppie, lavoratori e datori di lavoro, in corporazioni nazionali, e chiamate a discutere tutti i problemi di particolare importanza 6 Cfr. p. 288, recensione di G. Bruguier all'opera di H. E. GoAD, The Making of the Corporate State, London, 1931. [N.d.C.] 121 Bibloteca Gino Bianco

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