Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del fascismo mento delle attività individuali. E si creò, insieme con le corporazioni, il Consiglio nazio– nale delle corporazioni. 5 Nella Harvard Bus1:nessReview dell'aprile 1932, cantando le lodi e i vantaggi dello Stato corporativo, Clough gli attribu{ perfino l'accordo sui debiti di guerra, che ebbe luogo nel dicembre 1925 prima della promulga– zione della legge 3 aprile 1926, la quale creò lo Stato sindacalista e può essere considerata come il primo albore dello Stato corporativo. È chiaro che, nella mente di Clough, Stato corporativo e dittatura fascista sono esatta– mente la medesima cosa, e che perciò lo Stato corporativo venne alla luce nell'ottobre 1922, quando Mussolini conquistò il potere. Tutto dipende dal modo di intendere il significato delle parole. Nel volume The ltalian Corporatz·ve State, pubblicato nel 1933, Piti– gliani ammise che "l'organizzazione corporativa cominciò a manifestare la sua autonomia solo nel 1930," con la creazione del Consiglio nazionale delle , corporazioni (p. 101), che "una sola corporazione, cioè quella dello spetta– colo, è stata sinora costituita," che "le altre corporazioni esistenti sono sem– plici sezioni del consiglio nazionale," che "la costituzione di altre corpo– razioni indipendenti per trattare i problemi di particolari categorie era at– tualmente allo studio," e che "alla luce dei risulta~i pratici, era impossibile giudicare il funzionamento effettivo di tale sistema nel campo corporativo propriamente detto" (p. 110). Tuttavia egli dedicava ben 43 pagine a de– scrivere "l'organizzazione corporativa," mediante la quale lo Stato "vuole agire come un arbitro che, per ciascuna decisione e in ogni circostanza, va– luta gli interessi della nazione considerata come un tutto indivisibile" (p. 91). Leggendo in questo libro che le corporazioni "sono il carattere distintivo del nuovo ordine politico ed economico in Italia" (p. ix), il lettore prova la stessa impressione che si avrebbe nel vedere un uomo cavalcare un ca– vallo invisibile. Ai primi del 1933, un altro "esperto," il dottor Paul Einzig, scese in campo per rivelare al mondo The Economz·c Foundations of Fascism. Einzig dà l'impressione di non conoscere assolutamente niente della vita economica italiana (e dove mai, in tutte le 156 pagine del libro, si dà qualche infor– mazione concreta sulle importazioni, le esportazioni, le industrie, l'agricol– tura, i salari, il costo della vita, le imposte, o ogni altro aspetto della eco– nomia italiana?), sebbene riconosca che "è sul terreno economico che il fascismo rimane in sella o cade: il successo del sistema fascista si può misu– rare solo nei termini dei suoi vantaggi economici" (p. 12). Tuttavia egli 5 MussOLINI, La dottrina del fascismo, cit., p. 120. GALBIATI, Le corporazioni di cate– goria, cit., pp. 17, 19, si mostrò stupito che Volpe avesse parlato delle corporazioni come già esistenti nel 1927, quando ancora nelF autunno 1933 non erano state costituite: "Sui primi del giugno 1933-XI, all'annuncio che, per volontà del Duce, il Comitato corporativo centrale, rotti gli indugi, aveva deliberato di procedere, tra breve, alla costituzione delle corporazioni di categoria, grande deve essere stata la sorpresa del professor Volpe [ ... ] Come mai il prof. Volpe, storico e scrittore italiano, vivente in Italia, poteva dare per costituite e create nel 1927 con la Carta del lavoro quelle corporazioni che non ancora esistono in Italia [ ... ]? Si è che sotto il nome di corporazioni si possono intendere tante cose!,, 120 Bibloteca Gino Bianco

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