Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

La grande truffa di queste organizzazioni locali conciliava gli interessi di datori di lavoro e lavoratori, controllava il collocamento nel proprio settore industriale, rac– coglieva ogni sorta di dati statistici, fondava scuole tecniche, nominava com– missioni di inchiesta al fine di diminuire i costi di produzione e razionaliz– zare l'industria. Il maggiore Barnes riempf ben due pagine con queste affermazioni e altre dello stesso genere, presentando come già esistenti nel 1931 quelle corporazioni che ancora non esistevano nell'estate del 1934, e attribuendo loro una miriade di funzioni che a quel tempo erano esercitate dal ministero delle Corporazioni oppure non erano affidate a nessuno e da nessuno perciò svolte (cosf, ad esempio, la nomina di commissioni di in– chiesta al fine di diminuire i costi di produzione). Nello stesso anno in cui il maggiore Barnes era intento a costruire le corporazioni con l'ausilio della fantasia, papa Pio XI non aveva perso la speranza di intenerire il cuore del Faraone e indurlo a permettere l'esistenza delle organizzazioni di lavoratori cattolici. Perciò nella sua enciclica Qua– dragesimo anno, egli fece finta di credere che le corporazioni esistevano già, e che esse "sono costituite dai rappresentanti dei sindacati degli operai e di padroni della medesima arte e professione," e che esse "dirigono e coor– dinano i sindacati nelle cose di interesse comune." Il papa approvava inte– ramente queste corporazioni, sebbene avanzasse timidamente la critica "che il nuovo ordinamento sindacale e corporativo abbia carattere eccessivamente burocratico e politico," sicché "possa servire a particolari intenti politici piuttosto che all'avviamento ed inizio di un migliore assetto sociale. " 2 Egli sperava che tale critica si sarebbe mostrata infondata, ma dovette presto ricredersi. Nel giugno 1931, fu costretto a pubblicare l'enciclica Non abbi'a– mo bisogno, nella quale finalmente riconosceva l'esistenza del totalitarismo fascista e deplorava il fenomeno della iscrizione al partito e alle sue orga– nizzazioni "sapendo come tessera e giuramento sono per moltissimi condi– zione per la carriera, per il pane, per la vita. " 3 Tuttavia, nel settembre suc– cessivo, il Santo Padre fece di nuovo pace con Mussolini e sembra che da allora in avanti i pericoli del totalitarismo fascista non lo turbino piu. Nel 1932, il professor Volpe si convinse che, quattro anni prima, aveva sbagliato affermando che le corporazioni erano appena "in via di nascere. " 4 Perciò nella seconda edizione della sua Storia del movimento fasci.sta, pub– blicata con1e appendice a Dottrina del fasci·smo di Mussolini, dava le seguenti informazioni: Sulla base della Carta [ del lavoro] (...) si crearono le corporazioni, (...) ognuna delle quali (...) riuniva le associazioni e federazioni delle tre categorie di produttori - datori di lavoro, tecnici e impiegati, lavoratori - allo scopo di conciliare le controversie fra gli enti collegiali, (...) coordinare le iniziative utili all'incremento della produzione ecc.: cotnpito, quest'ultimo, che non si volgeva piu alla distribuzione ma alla creazione della ricchezza, da promuovere non con la socializzazione ma con un miglior coordina- 2 Le encicliche sociali dei papi da Pio IX a Pio XII (1864-1956), a cura cli I. Giordani, Roma, 1956, pp. 466-67. [N.d.C.] 3 Ibidem, p. 514. 4 VOLPE, Lo sviluppo storico del fascismo, cit., p. 27. [N.d.C.] 119 Bibloteca Gino Bianco

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