Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asdsmo Mussolini. 10 Neppure una volta in tutto il corso della sua esistenza il con– siglio ha ritenuto che la situazione fosse tale da suggerire l'introduzione di una norma per regolare i rapporti tra i diversi settori produttivi. Per di piu, nel 1934 e nel 1935 il consiglio non si è riunito una sola volta. E cosf il " 11 '' d 1 . . d. 11 cerve o pensante e regrme smise 1 pensare. Nel 1930, dopo la costituzione del Consiglio nazionale delle corpora– zioni, l'entusiasmo dei propagandisti fascisti non conobbe limiti. Che il Consiglio nazionale delle corporazioni aveva soltanto una fun– zione consultiva era tanto evidente che perfino l'ultra filofascista corrispon– dente da Roma del New York T1:mes, il 19 novembre 1933, cosi scriveva: Sinora il Consiglio nazionale delle corporazioni non ha avuto poteri legislativi, e le sue funzioni si limitano ad essere consultive. La sua trasformazione nel principale corpo legislativo costituirà una tappa fondamentale verso la realizzazione dello Stato cor– porativo, che è sempre stata una delle aspirazioni fasciste. Anche Miss Haider in Do We Want Fascism? (p. 27), ha visto con chiarezza che "le deliberazioni prese dal consiglio riguardano solo questioni secondarie; tutte le decisioni importanti nello Stato italiano fascista sono prese dal Gran consiglio del fascismo." Le organizzazioni legali sono sol– tanto "una macchina per trasmettere e rendere esecutive le decisioni prese dal governo." Almeno su questo punto, quindi, non avrebbero dovuto es– serci opinioni contrastanti. Tuttavia il maggiore Barnes, in Fascism (p. 180), affermò che il Con– siglio delle corporazioni operava "come una specie di parlamento economico, tecnico e sociale"; "questo consiglio centrale ha poteri quasi· legislati.vi nei limiti fissati dai provvedimenti legislativi approvati dal parlamento." Sir Charles Petrie, in Mussolt·ni (p. 137), non trovò di suo gradimento questi poteri quas,:legislativi·, e affermò positivamente che "il consiglio cor– porativo ha poteri legislativi nei limiti stabiliti dal parlamento." Né il maggiore Barnes, né Sir Charles Petrie sentirono il dovere di spiegare che i limiti stabiliti dal parlamento consistevano nel consenso pre– ventivo di tutte le parti interessate e del capo del governo, insieme all' appro– vazione finale del capo del governo. Il che equivale a dire che i poteri legi– slativi non esistevano. Il professor Welk, in Fascist Econo1nic Policy (p. 106), scrive che il Consiglio nazionale delle corporazioni "è investito per legge del potere di emanare direttamente norme per il regolamento e il coordinamento delle attività economiche della nazione secondo quei piani e quei programmi che il consiglio ritenga di elaborare e approvare." Il sottosegretario al ministero delle Corporazioni, Biagi, in una confe- 10 RosENSTOCK-FRANCK, op. cit., pp. .312 sgg., ha svolto una analisi sistematica sull'opera del consiglio e delle sue sezioni. 11 Nella relazione del Royal Institute of International Affairs (The Economie and Financial Sitt,ation of Italy, cit., p. 8) si afferma che il Consiglio nazionale delle corporazioni "si riunisce periodicamente." L'autore non ha mai rinvenuto in nessuna delle fonti fasciste la notizia che negli anni 1934 e 1935 il consiglio non si è mai riunito. 100 Bibloteca Gino Bianco

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