Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Sotto la scure del f asdsmo Alla fine del 1929, l'organizzazione corporativa era "non ancora uscita dalla fase piu propriamente sindacale," secondo quanto Bottai ammise in un discorso del 21 gennaio 1932. 6 E parlando al Senato il 14 marzo 1930, Ciccotti, sottolineando che nessuna corporazione era ancora sorta, diceva che "questa organizzazione corporativa (...) veramente è corporativa come lucus a non lucendo. " 1 Nel corso di una conferenza tenuta a Basilea il 12 ottobre 1927, Bottai ammise che il sistema corporativo era ancora "in germe" e che "le corpo– razioni non erano state ancora create," ma annunciò che "la loro istituzione sarebbe avvenuta nel prossimo futuro": Lo Stato corporativo sarà messo in opera con estrema cura, attenzione e delicatezza, in modo da evitare il pericolo che, con il suo intervento, lo Stato possa superare quella linea oltre la quale lo sviluppo economico del paese potrebbe risentirne, e l'iniziativa pri– vata, invece di esserne coordinata e rafforzata, potrebbe esserne danneggiata e depressa. 8 E tuttavia, purché vengano ripetute in continuità e siano inoltre prive di ogni contenuto chiaramente definito, è magico il potere del!e parole. L'umanità si nutre di oscuri miti piu che di pane. Nel suo libro, The Universal Aspects of Fascism, apparso alla fine del 1927 con una prefazione di Mussolini che costituiva una approvazione uffi– ciale, il maggiore Barnes parlava della "nuova organizzazione corporativa" come se questa esistesse di già: le corporazioni "raggruppavano" le orga– nizzazioni di datori di lavoro e di prestatori d'opera e "coordinavano l'intero sistema" (pp. 209, 212); esse esistevano già, a portata di mano, vive e pro– spere. Chi avesse desiderato una piu precisa informazione, avrebbe potuto trovarla, sempre con l'aiuto del maggiore Barnes, alla p. 93 del volume A Survey of Fascism, pubblicato nel 1928 9 : Le associazioni di datori di lavoro e le associazioni di prestatori d'opera occupati nello stesso settore d'attività, sono riunite insieme a formare una corporazione. I suoi compiti comprendono la supervisione delle proprie associazioni per garantire che esse corrispondano ai requisiti di legge e adempiano i loro doveri secondo la legge; la rileva– zione e il mantenimento di statistiche di occupazione e disoccupazione; il coordinamento, incoraggiamento e sussidio dell'opera di assistenza delle associazioni, e la conciliazione mediante i loro buoni uffici di ogni vertenza di lavoro, quando vengano di ciò incaricate dalle parti interessate. Nel marzo 1928, un filosofo americano, il professor H. W. Schneider della Columbia University, ammise che le corporazioni fasciste non esi– stevano ancora e che le confederazioni di datori di lavoro e di prestatori d'opera non erano "affatto corporazioni, ma proprio l'opposto delle corpora– zioni." Spinto, tuttavia, da un entusiasmo forse un tantino esagerato, cercò 6 "Industria! and Labour Information," 8 febbraio 1932. [Il testo originale cit. in "La- voro Fascista," 23 gennaio 1932: N.d.C.] 7 A. P., Senato, Legislatura XXVIII, Discussioni, vol. II, p. 1965. s Cit. trad. 9 J. S. BARNEs, The Reform of the State in Italy, in A Survey of Fascism: The Year Book of the International Centre of Fascist Studies, vol. I, London, B. Benn, 1928. 92 Bibloteca Gino Bianco

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