Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Ceti' professionali e dipendenti pubblia: domanda diceva: "Credete che il fascismo si identifichi con la nazione? " 11 In provincia di Alessandria, tutti coloro che sino ad allora erano stati ostili al regime, furono costretti a firmare una dichiarazione nella quale sconfes– savano il loro passato e si impegnavano a "cooperare perché il fascismo di– venti la sacra religione di tutti gli italiani. "u In quello stesso anno i nomi di oltre duemila avvocati furono radiati dagli albi. Il ministro della Giustizia, Rocco, parlando alla Camera il 26 marzo 1930, deplorò l'atteggiamento antifascista degli avvocati prima del 1926, ma affermò soddisfatto che le cose erano cambiate, che ora i nostri giuristi "obbligati ogni giorno a studiare, a interpretare, ad applicare la nuova legislazione, tutta permeata dallo spirito della nostra dottrina, sono obbligati anche a comprenderla!" e che "la classe forense, dunque, va avvi– cinandosi sempre piu. allo spirito e alla dottrina del fascismo. " 13 Ma è dubbio che credesse davvero a quanto diceva, perché sino all'autunno 1933 le vec– chie associazioni di avvocati non politiche continuarono a essere rette da commissari straordinari. Finalmente, nel novembre 1933, esse furono abolite, e il compito di custodire gli albi e decidere della iscrizione e della cancella– zione fu affidato alle associazioni fasciste. Un consiglio superiore dell'avvo– catura, che secondo il decreto del maggio 1926 avrebbe dovuto essere eletto da tutti gli avvocati, non fu mai costituito. Al suo posto funziona ancora una commissione straordinaria di quindici membri, nominati dal governo e, come al solito, scelti tra i fascisti piu. fidati. Anche le altre professioni si trovano piu o meno nella stessa situazione dei giornalisti e degli avvocati. Ecco il testo di una lettera di un ingegnere, pubblicata nell'Avanti"! del 3 settembre 1926: L'associazione ingegneri architetti italiani riuniva circa diecimila ingegneri. Circa un paio d'anni fa venne costituito anche un sindacato fascista ingegneri, che non sembra aver raccolto molte adesioni. L'on. Belluzzo, prima di diventare ministro, in seguito a designazione di un gruppo di ingegneri fascisti in un'assemblea di delegati dell'associa– zione, venne designato come presidente de1l'associazione che egli promise di difendere e rafforzare. Diventato ministro, S.E. Belluzzo dichiarò sciolta l'associazione, invitando gli ingegneri associati a fare domanda individuale (per la quale accludeva la scheda) di adesione al sindacato. Ben pochi accolsero l'autorevole invito. Ma alcune associazioni furono indotte a votare l'adesione in massa al sindacato (...) Tale procedimento non fu seguito da alcuni collegi (Milano, Napoli, ecc.). Ora il presidente del collegio di Milano (1.500 soci) ha indetto un referendum per stabilire l'adesione in massa ai sindacati, avvertendo che in caso di opposizione verrebbe decretato l'invio di un commissario regio. Nel dubbio poi che soprattutto gli ingegneri impiegati si aggrappino all'astensione, il presidente del collegio ha stabilito che coloro che non rispondessero si intenderanno favorevoli alla morte del collegio (che ha quasi 400 anni di vita) e , all'adesione al sindacato, che verrà cosi ad ereditare il patrimonio, la biblioteca, ecc. E quindi natu· rale attendersi che, fra qualche giorno, anche gli ingegneri del collegio di Milano saran– no dichiarati - come dice il presidente nella sua circolare - entusiasticamente ade- renti al sindacato 1 11 Cit. trad. 12 Cit. trad. 13 A. P., Camera, Legislatura XXVIII, Discussioni, voi. II, p. 1936. Bibloteca Gino Bianco 81

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=